Francesco Totti non si può spiegare

di Matteo Corona

Francesco Totti non si può spiegare con le parole, Francesco Totti lo si può comprendere pienamente solo con il cuore e la mente. L’ex capitano della Roma ha rappresentato e rappresenta un sentimento calcistico ricco di significati. Non sono tanto le gesta che produceva in campo - sublimi - quanto i legami che è riuscito a stringere con gli amanti di questo sport, e le emozioni che ha suscitato. Il concetto di eternità, tanto gettonato in questi giorni, è da considerarsi relativo, ma fino ad un certo punto. Innanzitutto ci preme tracciare e sottolineare ancora una volta un aspetto chiave, passato quasi in secondo piano: dal nostro punto di vista, Totti è stato un giocatore unico, che si va ad inserire con pieni meriti nelle leggende della storia del calcio. Riassumendo in maniera quasi estrema il suo cammino, l’ex numero dieci giallorosso ha conquistato un Mondiale - il trofeo più ambito - da protagonista, nonostante le problematiche fisiche, risultando decisivo agli ottavi, ma anche il miglior assistman della competizione. È stato poi inserito nella rosa ideale della FIFA, non proprio un tassello da sottovalutare vista la qualità che vi era al tempo. Nell’Europeo del 2000 è riuscito a firmare un gol pesante ai quarti contro la Romania, segnando un rigore storico e celebre a Van Der Sar in semifinale contro l’Olanda e giocando una finale super contro la Francia campione del mondo - sfornando un tacco impeccabile nell’azione della rete di Del Vecchio -. Oltre a tutti i record con la Roma e alle perle e alle gemme sfoderate in carriera, anche in Champions League ha compiuto gesta notevoli: dal gol vittoria al Bernabeu contro una delle squadre più forti della storia - il Real Madrid dei Galácticos - fino ad arrivare al cucchiaio contro i campioni di Inghilterra - all’epoca - del Manchester City. Insomma, questo per affermare ed evidenziare ancora una volta un discorso quasi banale: Totti in Italia e in campo internazionale - abbiamo volutamente menzionato in precedenza quanto fatto nelle competizioni più prestigiose - ha dimostrato il suo valore, magari non in maniera continua per una questione di presenze della Roma nelle coppe europee. A tal proposito, qualche tempo fa, la UEFA lo ha omaggiato pubblicando un video con le sue giocate in Champions League: colpi di tacco - marchio di fabbrica - e aperture maestose contro avversari di un certo livello. Superato il discorso tecnico e il campo, il concetto di eternità nello sport si consolida a determinate condizioni. Non basta infatti divenire uno degli atleti più forti e vincenti della propria nazione, ma il punto chiave che innesca una serie di reazioni emotive, viene prodotto dal sentimento e dall’opinione popolare, perché senza ciò il calcio non sarebbe lo sport più seguito al mondo. Totti è stato ed è amato in maniera smisurata dai romanisti e, nonostante le rivalità, alla fine della fiera è stato apprezzato ed acclamato dagli storici avversari. Non si è mai visto un addio al calcio da parte di un giocatore come il suo, chi era presente all’Olimpico quel giorno potrà testimoniare la presenza di un’atmosfera unica, magica ed inspiegabile. È chiaro che ci sono state e ci sono ancora oggi personalità uniche ed irraggiungibili, ma il sentimento popolare fatto scaturire dal numero Dieci lo rendono eterno, prima come uomo nel calcio e poi come calciatore. Dal nostro punto di vista quanto dichiarato da Cassano appare superfluo e riduttivo, per capire e comprendere pienamente Francesco Totti bisogna aprire la mente ed il cuore. Per chiudere, riagganciandoci al discorso eternità, concludiamo l’articolo con una domanda: quanti, di chi ha appeso gli scarpini al chiodo, è ancora acclamato, apprezzato dal vero motore e cuore pulsante di questo sport, ovvero la gente? La cerchia è davvero ristretta e l’amore che viene riservato a Francesco è ancora oggi unico. Quello che ha fatto rimane scritto in maniera indelebile nella storia.