Intuizioni balcaniche, Corvino, classe giallorossa e trionfo bianconero: Mirko Vucinic

Ormai una delle frasi più gettonate che circola tra gli addetti ai lavori nel mondo del Football è la seguente: "per i mezzi che aveva poteva fare sicuramente di più". Il problema è che spesso si abusa di questa terminologia, addossando a determinati calciatori mezzi tecnici che in realtà non dispongono. Tra l'altro, nel calcio attuale, dove i prezzi per acquistare un giocatore arrivano a cifre esorbitanti e senza dubbio non equi - considerando il valore di alcune individualità - le aspettative crescono sempre di più e spesso non vengono rispettate. Ecco, senza esagerare minimamente, un ex giocatore dotato di una classe cristallina e di una genialità meravigliosamente preziosa è stato Mirko Vucinic. Il serbo ha comunque raccolto importanti risultati in carriera, ma purtroppo la sua qualità non è stata accompagnata dalla costanza che spesso è essenziale nella carriera di un giocatore. 

Il Vucinic della Roma è stato probabilmente la rappresentazione più emblematica di quanto descritto. Eh già, se analizziamo il suo percorso in giallorosso non mancano di certo le eccelse prestazioni nelle grandi sfide, nelle notti europee vs il Man United, Chelsea, Real Madrid e Lione, insomma compagini che recitano da anni un ruolo di primo ordine sulla scena europea - tra l'altro le prime due quando sono state affrontate dal serbo potevano vantare giocatori stellari e storici -. Questo per far capire la grandezza di un giocatore sensazionale. L'indimenticabile doppietta contro la Lazio quando in panchina conduceva il tutto Claudio Ranieri, nell'anno dello Scudetto sfiorato, il 2010. I gol di Mirko Vucinic sono stati spesso avvalorati da una bellezza incantevole, tiri pregiati, esecuzioni eleganti seppur potenti. Basti pensare al suo modo di dialogare e produrre calcio con Francesco Totti: i due hanno raggiunto picchi magnifici in tandem d'attacco e spesso questo aspetto nella storia recente romanista non è stato spesso sottolineato. La classe del montenegrino è stata innegabile, ma alcuni errori davanti la porta altrettanto. Non sappiamo se fosse svogliatezza o altro, e non ci permettiamo certo di affermare ciò, ma è fuori discussione che la costanza non ha accompagnato un talento incredibile. Celebre a tal proposito è la sfida vs l'Inter stagione 2010/2011 a San Siro: Vucinic prima sbaglia un gol clamoroso, successivamente di testa realizza un gol fantascientifico battendo Julio Cesar. La sfida terminerà 1-1 con le marcature appunto di Vucinic e di Eto'o.

Le giocate di Vucinic al Lecce sono ragguardevoli, ma è chiaro che ai tempi pugliesi vista anche la giovane età e le ovvie ambizioni salentine le aspettative su di lui sono diverse. Con Antonio Conte in panchina alla Juventus nella sua ultima esperienza italiana sembra diventare più maturo. E non è un caso. Conte lo vuole fortemente e, togliendo Alex Del Piero, lì davanti è il calciatore con maggior qualità, a quest'ultima riesce ad abbinare a Torino anche una buona concretezza, non solo in termini di gol ma soprattutto in termini di assist, scelte di gioco e comunicazione con la squadra. Sia ben chiaro, anche ai tempi di Roma assist, giocate e intelligenza hanno raggiunto livelli meravigliosi, ma con Conte questi elementi vengono meno spettacolarizzati/esaltati ma divengono più funzionali e utili. Ovviamente andrebbe aperto un discorso a parte considerando che Vucinic a Roma aveva anche un'età differente e fondamentale per il tipo di calcio che manifestava. Mirko Vucinic è stato senza dubbio uno dei talenti migliori che il calcio italiano ha potuto ammirare negli ultimi anni, non tutti possono vantarsi di tirare fuori da un momento all'altro giocate magiche dal cilindro che possono decidere una partita.