Eden Hazard, addio al calcio giocato: quando l'arte sposò poesia e magia

Eden Hazard è stato un giocatore simbolo della nostra generazione e, come per tanti altri, il duo inarrivabile Messi-Cristiano ha probabilmente oscurato nel giudizio di complessivo quanto il belga abbia fatto.

Partiamo da un presupposto che, fino a questo momento, è stato poco analizzato dopo il suo ritiro dagli addetti ai lavori. È noto di come la Premier League, sia ormai da almeno quindici anni, il campionato più competitivo con qualità complessiva più avvincente a livello internazionale. Ecco, nell’era della pulce argentina e dell’asso portoghese, più specificatamente nel loro prime in Europa, Hazard è stato probabilmente l’uomo simbolo del campionato inglese che, seppur ha potuto vantare in passato di calciatori eccelsi e di pedine fortissime anche nelle squadre di media-bassa fascia, non ha potuto vedere trionfare una squadra inglese in Champions League per ben otto stagioni consecutive: dopo il Chelsea nel 2011 il Liverpool nel 2019 ha interrotto il digiuno. È l’inevitabile conseguenza di come molti calciatori militanti in Premier abbiano fatto fatica ad entrare nelle posizioni in classifica dominanti del Pallone d’Oro, tranne appunto Eden Hazard, nonostante anch'esso non abbia alzato la UCL in Inghilterra.

Hazard è stato un calciatore totale, probabilmente uno degli esterni più trequartista che abbia prodotto risultati vincenti e qualitativamente stellari nella storia del calcio. Quanto spesso vediamo numeri dieci - anche se oggi latitano - essere posizionati come esterni d’attacco e faticano terribilmente a incidere, oppure capovolgendo il discorso esterni d’attacco che per ragioni di manovra, gioco o tattiche avversarie vengono chiusi sul loro out e non riesco a ruggire dentro il campo con progressioni, giocate, inserimenti e tocchi vincenti per i compagni in termini di assist. Hazard da questo punto di vista è stato incredibilmente eccezionale. Le due Premier League vinte da protagonista con Mourinho e Conte gli fanno acquisire un palmares già di per sé oro, considerando il livello sopra citato delle squadre che hanno partecipato alle competizioni. Le due Europa League vinte, l’ultima in particolare, nel 2019 vs l’Arsenal, nel derby londinese, che con una sua doppietta hanno determinato la finale, lo hanno fatto entrare ancor di più nella storia Blues. Hazard è senza alcuna ombra di dubbio tra i cinque calciatori più forti della storia del Chelsea, e non è un azzardo - scusate il gioco di parole - affermare che se consideriamo i mezzi, il belga è tra i primi due in un’ideale classifica.

Le sue gesta al Mondiale 2018 sono state incredibili, il terzo posto con il Belgio è stata la certificazione di quanto fatto. A voler essere pignoli è probabilmente mancato il guizzo del campione in semifinale vs la Francia, laureatasi poi campione del mondo. Ma come spesso accade in queste gare bloccate, tatticamente chiuse, dove i migliori giocatori dei due team - e quindi Hazard da una parte e Mbappé dall’altra - sono marcati in maniera assidua e spesso raddoppiati, a decidere sono le palle inattive, soprattutto in un Mondiale dove dagli Ottavi a differenza della Champions le gare sono a eliminazione diretta. E infatti Umtiti di testa, da corner decise poi l’incontro. Senza citare fatti già noti sappiamo tutti come è andata l’esperienza al Real Madrid. Per chiudere, mi sento di affermare che Hazard è stato uno dei calciatori più forti della nostra generazione, ma soprattutto valutando alcuni aspetti e caratteristiche, nel suo prime, è stato dietro solo a Ronaldo e Messi.

In generale si può affermare che gli ultimi anni al Real Madrid hanno oscurato nell'opinione pubblica quanto fatto da Eden Hazard, ed alcuni reel e video che stanno girando sui social che mostrano il suo prime fortunamente celebrano, anche se non totalmente, il suo talento.