Icardi fa sorridere il PSG, l'Inter perde i big match: sarebbe servito l'argentino?

Matteo Corona

Fermiamoci un attimo, tralasciamo ogni vicenda extra campo - anche se è praticamente impossibile nel calcio moderno visto il peso e l'influenza che causano - e a mente lucida ragioniamo solo ed esclusivamente su Mauro Icardi, o meglio sul calciatore Mauro Icardi. Una premessa è però doverosa: l'analisi che seguirà non ha lo scopo di compiere sentenze o puntare il dito contro l'Inter al termine delle prime due sconfitte stagionali. Sarebbe da sciocchi, ma soprattutto verrebbe a mancare il buon senso e l'obiettività. 

Ci sono giocatori che, a prescindere dalla qualità e dal valore individuale, possiedono un fattore speciale. Tale fattore non è "sviluppato" in tutti i calciatori proprio perché non è una diretta conseguenza dell'esser forti e della tecnica individuale o dell'intelligenza tattica, anche se spesso queste caratteristiche aiutano notevolmente. Essere decisivi quando conta e quando l'avversario di turno aumenta esponenzialmente il proprio livello non è da tutti. Parlando di Mauro Icardi è innegabile dire che lui non abbia queste doti. Oltre i tanti gol siglati, i centri sono avvenuti spesso con squadre importanti, in match prestigiosi. Il suo primo ruggito in maglia interista è stato contro la Juventus di Conte - tra l'altro entrando dalla panchina - e le sue marcature nei derby sono celebri. Da non dimenticare neanche tutte le esecuzioni che hanno trafitto Buffon, la doppietta ad Alisson - il miglior portiere al mondo -  ed i 29 squilli nell'anno del ritorno nell'Europa vera dopo ben sei stagioni. La concretezza, la spietata lucidità negli ultimi metri e la glaciale freddezza hanno contribuito a spaccare sfide dal coefficiente di difficoltà elevato. Icardi è indubbiamente un giocatore che si esalta nelle grandi sfide. Tutti lo attendevano in Champions League e tutti erano pronti a "scagliarsi" contro di lui già alla prima giornata - considerato il poco peso in avanti con il Tottenham -. Accade però che, verso la fine, i nerazzurri sotto di una rete, tornano a riveder le stelle, rimontando clamorosamente. E chi dà inizio al recupero? E soprattutto in che modo? Icardi segna il suo primo gol in Champions da fuori area, una meraviglia, in una modalità insolita per lui. Arrivano poi gli squilli con il PSV e con il Barcellona in extremis, anche se poi non basteranno per passare il turno. Ora, al PSG, dopo un inizio complicato a causa della condizione fisica non ottimale, ha realizzato il suo primo acuto con i parigini sempre in Champions con il Galatasaray e poi ha trovato anche il suo primo timbro nel campionato francese, attraverso gesta da punta vera. Cinque reti in sette partite in UCL, e nella gara con il Real ha giocato a mezzo servizio.

Parlare con il senno di poi è molto spesso inutile. A maggior ragione se trattiamo dell'Inter di Conte, un sistema diventato solido e unito in pochissimo tempo con sei vittorie su sette in campionato, grazie ad un allenatore competente, intelligente e grintoso, uno dei migliori al mondo. Non sappiamo nemmeno se Icardi avesse reso in maniera decisiva in questa Inter. Quel che è certo è che, l'ex Sampdoria, ha nel proprio DNA l'elemento di saper spaccare le partite in momenti delicati e, per quanto mi riguarda, ma è puramente un pensiero personale, con l'ex ct della Nazionale tale aspetto avrebbe potuto assumere contorni devastanti. 

Purtroppo però - e qui ci ricolleghiamo a quanto detto all'inizio - nel calcio altri "episodi" fanno la differenza.