Giovane Milan senza Ibra, cronico stop sul più bello: bel Verona, 1-1 a San Siro

Il Milan fallisce la prova della maturità, proprio sul più bello. Stavolta la dea bendata non aiuta i rossoneri: solo 1-1 in casa col Verona che anzi, ai punti avrebbe meritato qualcosa di più. Organizzazione tattica straordinaria per la squadra di Juric, non a caso in piena lotta europea. E' bastata una squadra leggermente più arcigna e attrezzata ed il giovane Milan, oggi senza Ibra, fallisce sul più bello. Peccato, perchè all'interno di annate difficilissime c'è comunque la possibilità di svoltare e tornare a pensare in grande. Come oggi, coi passi falsi di Atalanta e Roma. Invece il Milan resta lì, proprio come il Verona, nei meandri delle mediopiccole come Parma, Verona e Cagliari che lottano per l'ultimo posto Uefa. 

LA GARA

PRIMA FRAZIONE Manca Ibra, banco di prova importante per il Milan. Partito Piatek, manca un vero e proprio centravanti. Così come il Verona, Juric sceglie compattezza in dinamismo, qualità per pochi, un 343 che avvolge tutto il campo senza punti di riferimento. Verona squadra vera, non a caso meravigliosamente in lotta per l'Europa League così come i rossoneri. E sono proprio i gialloblu a domare e dominare l'avversario nelle fasi iniziali. Minuto 13: gran traversone dalla sinistra, stavolta Hernandez si perde l'uomo e Faraoni ne approfitta per sigillare il vantaggio scaligero. Un errore a Theo si può concedere, per quanto di meraviglioso ha offerto quest'anno in fase di spinta. Un errore che però complica maledettamente i piani di Pioli, anche perchè il Verona è padrone del campo per i primi 25 minuti. Poi esce il Milan, grazie alla punizione di Calhanoglu che con deviazione beffa Silvestri. Partita rincanalata e allora vento in poppa: buona mole offensiva fino a fine primo tempo, ma manca qualità e freddezza negli ultimi metri, nell'ultima giocata. Leao buoni spunti ma troppa confusione, Rebic non graffia, poche palle gol veramente nitide e si va all'intervallo in parità. 

RIPRESA Nella ripresa stessa partenza del primo tempo: Verona più idee chiare, più voglia di castigare e far colpo grosso in uno stadio che anche se questo giovane Milan soffre, eccome. San Siro è San Siro, pressione di un pubblico dai palati finissimi. Così stessa azione del primo tempo e Faraoni sfiora la doppietta colpendo il palo, stavolta di testa. Sos Milan, alcuni dinamismi difensivi ancora non funzionano. Questa squadra gioca a calcio, 442 giovane, con tutti i suoi difetti, di certo non è una roccaforte che fa della fase difensiva la sua matrice più importante. E Zaccagni in piena area stampa una botta incredibile sul palo, la dea bendata è tutta rossonera. E allora Pioli si gioca la carta a sorpresa, Lucas Paquetà, rimasto, quando ormai ai margini del progetto e forse, colpevolmente, depresso. Senza tirare fuori attributi e dimostrare perchè Leonardo convinse il fondo Elliott a spendere 35 milioni poco più di un anno fa. E all'improvviso la svolta che spiana la strada al Milan: follia di Amrabat, uno dei migliori in campo e ormai promesso sposo fiorentino per 20 milioni, intervento killer su Castillejo, Var e rosso diretto. Giusto, lecito. E allora Milan: Pioli chiede ampiezza per avvolgere un Verona che adesso sì, deve stringersi e chiudersi e riccio. Più libertà per Paquetà, più licenze offensive per Hernandez e Calabria. Buone trame, buono sviluppo, manca l'ultimo guizzo, manca uno dal peso specifico di Ibra là davanti, per forza di cose. Debutta pure Saelemaekers, da terzino, al posto dell'infortunato Calabria: Pioli tenta il tutto per tutto, San Siro spinge, alza il volume, Verona chiuso a riccio. Il Milan cerca cross ma non ci sono centravantu, Leao non possiede quel guizzo lì. Nel finale occasioni clamorose: miracolo di Silvestri su Theo, Castillejo palo a porta sguarnita. Servivano i 3 punti, anche immeritati, ancora al fotofinish. Finisce così, clamorosa occasione persa, il Milan stecca ancora la prova del nove.