Veretout e Dzeko regolano l'ostico Verona: la Roma centra la terza vittoria consecutiva

La Roma piega 2-1 il Verona e centra la terza vittoria consecutiva: all'Olimpio il rigore di Veretout e il gran colpo di testa timbrato Dzeko regolano un Verona come sempre ostico e ambizioso. Il grandissimo gol di Pessina mette i brividi, ma i padroni di casa si aggiudicano con determinazione l'intera posta in palio. Nella prima frazione è il rigore impeccabile di Veretout che sblocca la gara. Il francese capitalizza il tiro dagli undici metri, concesso da Maresca in seguito all'intervento in anticipo di Empereur ai danni di Pellegrini. L'Hellas prova a reagire, ma i giallorossi non si fanno sorprendere e trovano il raddoppio: Dzeko effettua un grande stacco sul cross di Spinazzola e di testa punisce Silvestri. Da evidenziare, anche, il palo in precedenza di Mkhitaryan. Nella ripresa gli uomini di Juric ripartono con decisione, accorciando con una magia di Pessina, abile a realizzare un gran gol di tacco. Il Verona continua a imprimere dinamismo, i capitolini resistono e cercano lo spunto, sciupando alcune ghiotte opportunità. La spunta, così, la squadra di Fonseca, che allunga sul Napoli, fermato a Bologna.

TASSELLI DI SPESSORE Fonseca si affida ancora alla difesa a 3, scegliendo Kolarov insieme a Mancini e Ibanez, confermati dopo Brescia; davanti spazio a Pellegrini e Mkhitaryan alle spalle di Dzeko, che torna titolare. Juric punta, praticamente, sulla stessa formazione, ma con una "strategia" già vista l'ex Verre è schierato falso nueve, con Pessina e Zaccagni a supporto. Il macht entra subito nel vivo: Mancini ha una grande opportunità - su servizio di Spinazzola - ma sciupa da posizione più che invitante. La reazione dell'Hellas non si fa attendere: Faraoni, d'esterno, lancia Zaccagni, che sbuca alle spalle di Peres e per poco non beffa Pau Lopez. Il portiere spagnolo, in ritardo, ci mette una pezza, rischiando anche il rigore. Ecco, a proposito di rigori, il tiro dagli undici metri viene concesso poco dopo ai padroni di casa, a causa dell'intervento in anticipo di Empereur su Pellegrini. Dal dischetto Veretout è spietato. I gialloblù non demordono, Pessina sfiora la porta sugli sviluppi di un angolo. Kumbulla è costretto a lasciare il campo per infortunio, al suo posto entra Dimarco. Ed è proprio con l'ingresso dell'ex Parma che, gli ospiti, sviluppano interessanti trame sull'out di sinistra. Da evidenziare la buonissima prova in fase difensiva di Kolarov, sempre efficiente nelle chiusure. Come al solito, anche nel momento di spicco del Verona, Dzeko riesce a lanciare con spizzate e sponde i propri compagni, il tiro di Spinazzola e il palo clamoroso di Mkhitaryan - dopo un uno-due fulmineo con il cigno di Sarajevo - sono emblematici. Come anticipato, in un momento non particolarmente esaltante per la Roma, Dzeko trova il raddoppio di testa sul cross di Spinazzola.

MAGIA PESSINA Nella ripresa il Verona riparte con un atteggiamento deciso e vigoroso. Non a caso, vengono accorciate immediatamente le distanza: Veloso lancia Zaccagni, Bruno Peres buca l'intervento, il numero venti gialloblù riesce a imbeccare Pessina che, col tacco, sforna una vera e propria perla. I gialloblù continuano a essere nel vivo del gioco, trasmettendo dinamismo e brio alla manovra. Quasi dal nulla, Pellegrini lancia deliziosamente Bruno Peres che, dopo l'accelerazione, serve Dzeko, il bosniaco non inquadra la porta. I giallorossi faticano a creare azioni offensive pericolose, nonostante questo Mikhitaryan sciupa da ottima posizione - complice il salvataggio di Lazovic - dopo lo spunto di Pellegrini, sostituito successivamente da Zaniolo. I capitolini hanno un'altra ghiotta opportunità, non concretizzata da Dzeko davanti a Silvestri. Juric prova ad alzare il baricentro, proponendo più giocatori in fase offensiva. Gli uomini di Fonseca tengono botta, hanno qualche occasione - ma non pungono - e alla fine riescono ad aggiudicarsi l'intera posta in palo.