The Premier Show: Guardiola a vele spiegate, Carletto Re di Anfield! Top Four: stop Chelsea, sogno Hammers, notte fonda Mourinho. Torbide acque: speranze Fulham, il Toon trema

Basta un gol di Sterling al Manchester City per allungare la sua striscia di vittorie consecutive e mantenere trend e fuga straordinarie verso un titolo sempre più meritato. Battuto 1-0 l'Arsenal all'Emirates: bastano ribadiamo soli due minuti, gioiello Mahrez che pesca Sterling e inserimento perfetto coi tempi giusti. Un Man City più da campionato, meno spettacolare forse, o quantomeno meno realizzativo, ma più solido e chirurgico, un Man City che dietro sembra aver finalmente trovato quel baluardo sognato per anni (impatto devastante quello di Ruben Dias, come sottolineato spesso in queste sedi FS) che interpreta perfettamente la linea guardiolana e guidando i compagni di reparto erege puntualmente un muro invalicabile. Persino un rivoluzionario che persegue bellezza e dilagante espressione come Guardiola alla fine vince così: la solidità è tutto, specialmente per campionati lunghi e tortuosi, come la Premier di quest'anno, pregna di impegni, calendario contratto e un'insidia dopo l'altra. 

CARLETTO RE DI ANFIELD Ne sa qualcosa il Liverpool di Jurgen Klopp che in piena crisi perde non solo la sua quarta partita consecutiva, ma soprattutto la quarta consecutiva in casa: non accadeva dal 1928/29! E non è stata proprio una sconfitta qualsiasi, già perchè è Carletto a sbancare Anfield, derby Blues, Mersey Blue! 2-0 Everton e successo dopo 22 anni in casa Reds, anche se a porte chiuse perde eccome il suo fascino. Resta un successo straordinariamente importante, perchè i Toffeess scavalcano proprio i Rossi e salgono a 43, ad una manciata di lunghezze dalla prossima Champions. Ancelotti perfetto e intelligente ad interpretare bene la gara, con umilità: palla ai Reds, squadra fisica, poco possessore, storicamente esaltazione di calcio verticale e ripartenze fulminee. Invece sono proprio i Blues i mourinhani esperti e maturi, abili ad affettare la difesa (difesa diastrata, ancora Henderson centrale, mille infortuni ma Jurgen poteva inventarsi qualcosa di meglio, eccome...) e colpire nei momenti giusti: prima Richarlison, poi cambi giusti, rigore conquistato da Calvert-Lewin e trasformato dal glaciale Gilfy Sigurdsson, islandese dei Gayser, alla ritrovata fanciullezza e giovinezza. 2-0 Everton, stampo e marchio, indicazione alla Premier, Everton che vola a vele spiegate, sogno Champions anche per loro. 

LEICESTER E UNITED OK Tre punti fondamentali in chiave Champions anche per il Leicester, che vince in trasferta uno dei tanti derby delle Midlands, sicuramente non il più acceso, ma uno dei più determinanti quest'anno in chiave classifica: 2-1 Foxes al Villa Park, Maddison e Barnes incanalano la strada nella prima frazione, nemmeno il tap-in dell'ex Lione Traorè in apertura di ripresa cambia la contesa. 3 punti che sanno di Champions e Foxes che scappano da una lotta al quarto posto pazzesca, turbolenta, scottante, cocente. L'obiettivo è non ripetere gli errori primaverili dello scorso anno, per non essere risucchiati e rischiare di non coronare il sogno Champions come dodici mesi fa. In Champions andrà pure il Man United, che prova disperatamente a restare in scia del Man City: 3-1 al Newcastle, che adesso trema per la vittoria del Fulham. Solito super Rashford, bentornato pure a James. Rinnovato Greenwood, talento e strada tracciata per il futuro. 

SOGNO WEST HAM Notte fonda e crisi per il Tottenham di Mourinho, ormai fuori da ogni obiettivo in Premier: perso un altro scontro diretto, stavolta ancor più cocente, in un derby sentitissimo, quello col West Ham. Solito Tottenham deprecabile con Antonio che narra voce grossa e ripresa che inizia ancora peggio, raddoppia il rilanciato Jesse Lingard. Cuore Hammers e resistenza fino alla fine, nemmeno il gol di Lucas cambia le sorti, traversa di un ritrovato Bale ma troppo poco, Spurs che colpevolmente si svegliano troppo tardi. E proprio il West Ham di Moyes merita copertine e prime pagine: vittoria mourinhana, cuore ardente e mentalità, sempre sul pezzo, colpendo nei momenti giusti. West Ham che aggancia il quarto posto, lascia dietro gli Spurs, così come Chelsea e Liverpool, Chelsea che non va oltre il pari sulla Manica: a Southampton finisce 1-1, ma la Premier è questa, chiunque vanta top players, chiunque può metterti in difficoltà. Ed in un contesto del genere trama il Liverpool, perchè se il West Ham sogna sembra proprio che proprio coi Blues Jurgen Klopp si giocherà il quarto posto fino alla fine, come se fosse un magico revival del finale 2002/03, quando alla fine la spuntò il Chelsea di Ranieri, conquistando quel quarto posto che consegnò loro Chelsea e soprattutto Roman Abramovic, che decise di investire sul club proprio perchè dimensione Champions. 

SPERANZE FULHAM In coda successo determinante e dal peso specifico straordinario per il Fulham che, terzultimo, regola 1-0 al Craven Cottage uno Sheffield ultimo della classe e ormai condannato. Parker sale a 22 e insidia le posizioni di Brighton e pensate Newcastle, risucchiato in virtù degli ultimi risultati, al di sotto delle aspettative. Blades condannate come il West Brom, che nella gara tra le più conservative (per usare un eufemismo) non va oltre un pari naturalmente a reti inviolate in quel di Burnley.