Molto più di una Carabao: Liverpool-Chelsea, già libri e romanzi. 72 ore dopo, diario di una finale da storia del calcio britannico

Non è stata una semplice finale di Carabao Cup. Molto, molto di più. Per contenuti, descrizioni e storie narrate e sussurrate una delle finali più iconografiche, memorabili, straordinarie della storia recente di calcio britannico. Una trama, un romanzo. E non a caso giustamente Jurgen l'ha definita la sua vittoria più bella di una competizione. C'è un motivo per cui il Liverpool FC si chiama Liverpool FC. E c'è un motivo per cui l'era Klopp resterà tra le più grandi di un club storicamente enorme. Nessuno aveva mai visto trionfare un'Under 21 prima di domenica, prima d'allora. Perché questo è stato. Il cuore, la maglia, la storia. L'identità. Un vento del sentimento, quello rosso, quello di Anfield. A battere giovani primedonne strapagate, viziate, quelle di un nuovo disastroso corso di un Chelsea cinematografico, spendaccione, senza capisaldi. Pochettino sul lastrico così come i suoi predecessori, Potter su tutti. Decimo in classifica e senza Coppa di Lega. Ha vinto l'Under 21 di Klopp capitanata da uno dei campioni più grandi del calcio moderno, VVD4, qualcuno a cui se crossano una lavatrice insacca pure quella. Come al minuto 118 quando stavolta no, nessun blocco poteva arrestare il delirio della marea rossa. "Insane" l'ha definitiva Klopp, suo ottava gloria rossa. Vincere senza Jota, Alisson, Trent, Salah, Darwin, Szoboszlai è senza senso. E' cuore puro. La passione e la fame, il coraggio senza paura, la voglia di andare oltre l'ostacolo.

DISASTRO CHELSEA Nel calcio vince la squadra. Cosa che non è il Chelsea malgrado i 120 per Enzo, i 110 per Mudryk, gli stessi per Moises Caicedo. Per non parlare di Nico Jackson o persino del migliore, l'arrogante Palmer, forse per quest'aspetto scaricato da Guardiola. Ed il pubblico dei Blues, quello di un club che a cavallo della disastrosa transizione societaria dall'era Roman (naturalmente Roman Abramovich, ndr) a quella USA, che stavolta, alla sesta finale consecutiva persa a Wembley per un arco che diventa sempre più stregato e maledetto, abbandona. Nemmeno applaude, nemmeno ringrazia. Scissione clamorosa tra pubblico e club: i tifosi nemmeno contestano più, non si identificano minimamente in nuovo corso che, stando alle loro opinioni, non trasuda alcun valore del vero Chelsea degli ultimi decenni. Quella mentalità del club più vincente britannico dei 2000 adesso in mano alla panchina di un ex Tottenham, Pochettino, mai apprezzato per il suo passato, tra Cobham e Stamford Bridge. Un Poch sul lastrico. Solo una vittoria in 14 scontri diretti con Jurgen, tra cui la sanguinosa finale di Champions persa al Wanda di Madrid nel 2019. Che aveva la squadra migliore in campo e che, nell'inevitabile momento di sofferenza rossa in piena ripresa quando il fatidico vantaggio dei Blues sembrava nell'aria, strozza inerzia e momentum con cambi senza senso sostenendo quanto e come la squadra aspettasse paradossalmente i rigori. Dichiarazioni stroncate da popolo e stampa Blues: perdenti.

SPORT E dall'altra parte al fischio finale giustamente delirio: invasione dei leader infortunati, invasione dello staff tecnico, lacrime di gioia dei coraggiosi leoncini rossi. Allora tutti uniti. YNWA sotto la parte di Wembley accesa di rosso e fumogeni. Emozioni. Ha vinto la formazione dei Kelleher, Bradley, Endo, Elliott, Clark, Tsimikas, McConnell, Danns, Quansah. L'età media dei rossi ai supplementari avrebbe fatto impallidire i più. Ed è probabilmente il romanzo che proietta Jurgen, da quando dal 92 la First Division si chiama Premier, tra i 5 più grandi del suo sempre: assieme a Pep, Arsene e Pep, dietro Sir Alex. Ha vinto il cuore. Ha vinto lo sport. Ha vinto il Football, sport di squadra. Ha vinto la storia. Il Liverpool FC. Che diventa la prima a raggiungere la decima Coppa di Lega della storia del calcio britannico, competizione in cui continua dunque a guardar tutti dall'alto. E la Decima arriva nella notte più bella. L'ultima primavera dell'era Jurgen non poteva decollare in modo migliore. Storia, romanzo, Football.