Cuore e passione all'Olimpico: saluta Daniele De Rossi

C'è poco da dire, poco da aggiungere. Una serata fortemente sconsigliata ai deboli di cuore. 

Anzi no, assolutamente no. Perchè stavolta un'eccezione alla regola va fatta, anche da parte loro. Perchè le lacrime di Claudio, Bruno, Daniele e Francesco non possono passare inosservate. Il romanismo, quello puro. L'amore, quello vero. 

E fu così che sotto quel diluvio tanto amaro quanto romantico al tempo stesso, come se anche Zeus stesso volesse partecipare all'addio del campione, se ne va un altro simbolo, un'altra bandiera, un altro figlio di Roma, Daniele De Rossi. Una figura talmente grande che non ha avuto bisogno della classe infinita dell'immenso Francesco Totti per imprimere il marchio DDR e stampare il suo volto e la sua vena nel cuore del popolo giallorosso, nel cuore della gente capitolina, nel cuore di quella Curva Sud che proprio no, non poteva non baciare. 

Tra le altre cose il campo ha cantato Roma, un 2-1 con cui i giallorossi chiudono un'era partita nel 2013 sulle rovine del 26 maggio e salutano l'ennesimo Top Player che saluta lo spogliatoio. I prossimi saranno Dzeko e Kolarov. Sarà la Roma dei Florenzi e Pellegrini, ma c'è ancora tempo per scrivere il prossimo capitolo.