Napoli, un successo nel segno di Rino

di Luca Coscia

L'immagine di Gattuso che esce dalla stazione e ordina ai tifosi di cantare "Un giorno all'improvviso" è il segno evidente del lavoro che il tecnico è riuscito a fare quando è arrivato a Napoli. E' il 10 dicembre quando il presidente De Laurentiis decide di esonerare Carlo Ancelotti e chiamare l'uomo di Schiavonea. Da calciatore lo chiamavano Ringhio per il suo modo energico e grintoso di stare in campo. Con la stessa indole, affronta il mestiere di allenatore.

Il suo arrivo, però, ha un velo di scetticismo. Il triennio di Sarri è ancora vivo negli occhi dei tifosi, Ancelotti avrà anche perso il controllo della situazione ma è pur sempre un pluripremiato. Ha senso chiamare un mister ancora giovane, che non ha ancora compiuto il suo processo di maturazione?

Del resto l'aria che si respira in città è la più pesante dal post fallimento in poi. La squadra è abulica o, come dicono da queste parti, senza ne capo ne coda. Non vince una partita in campionato da diverse giornate, i vari Koulibaly, Insigne, Ruiz, sembrano l'ombra di loro stessi. Come se non bastasse, i rapporti con la società sono a dir poco tesi con la questione multe, dopo l'ammutinamento al ritiro del post Salisburgo.

Sembra passata una vita fa e, invece, sono passati solo pochi mesi. Tutto questo per far capire che autentico miracolo sportivo ha compiuto Rino.

Ha preso una squadra allo sbando, l'ha plasmata a sua immagine e somiglianza e poco importa se il suo è un calcio difensivista ma, soprattutto gli ha dato un'anima. E' tornato quel senso di appartenenza, ha lasciato i problemi (molti dei quali ancora da risolvere) fuori dallo spogliatoio.

Il successo in Coppa Italia, per questo, non può che non essere suo. Non dimentichiamo che, per alzare al cielo il trofeo, gli azzurri hanno dovuto eliminare Lazio, Inter e Juventus ovvero le prime della classifica in campionato. E quel messaggio a fine gara, ripreso dalle telecamere RAI, è il simbolo del suo encomiabile lavoro.

Complimenti Rino, questo tuo primo trofeo da allenatore te lo sei guadagnato con tanto sudore e, di sicuro, quando lo avrai alzato al cielo, lo avrai dedicato a tua sorella Francesca...