Lazio, verso il rientro: tra ambizione e sogni Scudetto

di Alessandro Bonifazi

Pronti, partenza, via!

Riparte il campionato e con esso il tragitto di una Lazio ambiziosa, che punta a un titolo atteso da vent’anni esatti a Piazza della Libertà. 

La debacle della Juventus ha portato un soffio leggero che alimenta la fiamma della speranza, ma il percorso è tutt’altro che spianato: sebbene vi sia un solo punto a dividere la capolista dalla Lazio, quest’ultima di fronte a sé troverà in dieci giorni le insidie della Dea; della Viola; del Toro e del Diavolo Meneghino (augurandosi che la Vecchia Signora perda punti preziosi lungo il cammino).

Non si dimentichi, poi, la pressione crescente dovuta alle aspettative del tifo laziale!

Molti abbonati, quest’anno, hanno avuto la percezione di “recarsi all’Olimpico e veder giocare un colosso europeo”, in quanto la percezione era, a dir loro, quella di “portare, alla fine, sempre i tre punti a casa”. C’è chi pensa che la Lazio del 2019/2020 abbia una qualità addirittura migliore nel gioco di quella del 1999/2000.

Insomma, Nun se po’ sbaja’!

Come arriva la Lazio, alla ripresa del campionato?

Il mondo è stato sconvolto dagli effetti del virus COVID-19 e Formello non è stata un’eccezione: la pausa ha consentito di accelerare i tempi di recupero di pedine strategiche come Leiva (operazione al ginocchio) e Lulić, da un lato; ma ha anche interrotto, dall’altro lato, una scia di risultati utili accompagnati da in gioco importante che ha consentito di tenere i ritmi delle stakanoviste del nord.

L’incubo è che l’ingranaggio si sia inceppato, spezzato e che ciò che si vedrà in campo sarà una forma imperfetta di quelle geometrie progettate da Inzaghi e messe in atto dai suoi giocatori, che hanno incantato il pianeta calcio alle porte della nuova decade.

Iniziare contro l’Atalanta (favola che rischia di diventare realtà con un progetto serio e un obiettivo Champions League tutt’altro che astratto) potrebbe significare mettere subito in chiaro chi, senza il dodicesimo uomo, sia la “più bella” della Serie A. 

La partita nel girone di andata ha avuto un risvolto e un peso incredibile sul destino del campionato: la Lazio prese coscienza di sé. Sotto 0-3 all’Olimpico, rimonta contro una squadra dal gioco stellare, imponendo il proprio di gioco, celestiale! Finì 3-3 e da quel momento la Lazio non si fermò più.

Ma ora tutto è diverso.

Il lockdown ha colpito le gambe dei giocatori che non rispondono più ai ritmi tenutisi. Questo comporta infortuni e problemi di varia natura: Correa si è visto costretto a terminare in anticipo la sessione di allenamento per via di una contusione. Sembra stare bene, dovrebbe esserci (il condizionale è d’obbligo). Capitan Lulić non ci sarà; Ramos (meglio noto come Luiz Felipe) neanche; Leiva combatte con i postumi della suddetta operazione; Adekanye e Lukaku indisponibili; mentre sia Cataldi che Marušić risultano in dubbio.

Qualcuno, là nei Parioli, avrà sgranato gli occhi leggendo che la tripulação bergamasca sia al completo, unica incertezza per l’impronunciabile Czyborra, per un problema ala gamba destra.

Gli uomini a disposizione del tecnico piacentino sono limitati.

Immobile e compagni possono sfruttare come propulsore la memoria che fu, dei numeri che li hanno resi grandi: la finale della scorsa Coppa Italia e la gara di andata.

Serve un’impresa, serve unità, compattezza, serve squadra,serve la magia che abbiamo visto sino’ora.

Serve la Lazio!