Il contrasto, la caduta, le mani tra i capelli, le lacrime negli spogliatoi. L'unica nota stonata, drammatica, più che negativa, della radiosa serata azzurra di ieri, quella di Amsterdam. L'infortunio di Zaniolo, la netta consapevolezza nei suoi occhi che altro che distorsione, probabilmente si trattava di qualcosa di serio. Di ritrattava, per meglio amaramente dire, di qualcosa di serio. Il rientro a Roma nella notte, la diagnosi a Villa Stuart, le preghiere dei tifosi giallorossi e poi la sentenza, difficilissima da digerire.
Rottura del crociato anteriore del ginocchio stavolta sinistro, fuori altri sei mesi. Altro crack e sfortuna immane per uno dei talenti più splendenti del nostro calcio. Calciatore fisicamente straordinario, talento immenso, ma che a quanto pare soffre ai legamenti. Un dramma per la Roma, che voleva costruire la prima annata della gestione Friedkin attorno al suo talento più brillante. Invece altri 6 mesi fuori. Fortunatamente, avrà tutto il tempo per recuperare. Mancini e tutta la Nazionale si schierano dalla sua parte.
