Follie Liverpool e trionfo Man City, Pep sbanca e Jurgen abdica: passaggio di consegne ad Anfield? Solksjaer scivola sul più bello, frena pure il Leicester, Chelsea e Tuchel OK

E trionfo è stato, per Pep. E debacle è stata, per Jurgen. 4-1 netto, finale mezzafiato e valanga atomica. Un 4-1 che sa tanto di passaggio di consegne. Jurgen che abdica, un passaggio di consegne nel super classico delle ultime stagioni in Premier, tra le due potenze più importanti. La demolizione finale con cui Foden chiude i conti e dilaga tra le macerie di Alisson e compagni affligge un punteggio enorme, mediatico, roboante, su un tabellone non proprio qualunque, quello di Anfield. Decima vittoria consecutiva per Guardiola: Klopp, dopo l'ennesima sconfitta interna col Brighton, s'arrende e abdica. E' tornato il City e fa paura, eccome. Adesso all'invincibile armata di Guardiola, protetta eccome a dire il vero dal Fair Play finanziario europeo, manca veramente solo un successo in Europa. Ed il poker di ieri sera fa rima eccome col terzo titolo in 5 anni di Pe, eccome.. 

1-4 Ed è Gundogan il protagonista assoluto del Man City. Nella maniera più totalizzante e assoluta. Perchè prima sbaglia il rigore del vantaggio nel primo tempo (strano, ne ha sbagliati pochi il City negli ultimi anni), poi sigla comunque il gol del vantaggio, pareggia Salah nella ripresa, controsorpassa proprio Ilkay nella parte più cocente e determinante della ripresa. Tutto su follie di Alisson, passaggi sbagliati, per ostinarsi a impostare da dietro. Un ostinarsi Guardiolano che colpisce e affonda Jurgen Klopp, nel giorno che sa parecchio di passaggio di consegne. Questa manovra che deve partire da dietro, il portiere palleggiante, il portiere che deve impostare e servire dal basso compagni al limite della sua area nonostante pressing: quel pressing che poi porta al 3-1 dell'ex Sterling, fino al poker firmato dal bolide di Phil Foden, gioiello e prodotto che continua a crescere e servirà eccome la Nazionale dei Tre Leoni, ma cresce al fianco dei grandi campioni, in un contesto e orchestra perfetti, guardiolani.

CRISI LIVERPOOL Resta un Man City che nella parte più determinante e fredda della stagione è riuscita a mettere troppo fieno in cascina, mentre il Liverpool nonostante la doppia vittoria londinese su Tottenham e West Ham non è riuscito a scappare dalla crisi di risultati a cavallo tra festivitià e nuovo anno. Fuori da tutte le coppe domestiche (tra coppa di lega e coppa d'Inghilterra), forse unico grave errore del quinquennio di Jurgen Klopp, priorità resta un piazzamento tra le prime 4 (e non sarà semplicissimo..) e continuare a sognare notti importanti in Champions League, un Lipsia da battere per poi sognare dai quarti in poi. La crisi di un Liverpool palesemente in difficoltà ed al di sotto delle aspettative si spiega in 3 motivi: mancanza di stimoli (ripetersi non è mai semplice), l'assenza di capo Van Dijk a reggere una difesa intera, e quella soprattutto del pubblico di Anfield, senza cui i Reds purtroppo sono tutt'altra pasta. 

INGENUITA' UNITED A giovare il percorso trionfante del Man City giunto ormai all'ennesima vittoria consecutiva è pure lo stop cronico, sempre sul più bello, di una squadra forte, sprizzante, sottovalutata, ma comunque tremendamente ingenua e tutt'altro che solida, come il Man United. Sabato sera spettacolo all'Old Trafford, con le fiammate di Rashford e Fernandes a pettinare i palati degli amanti del football britannico: poi James, diagonale perfetto, in un impianto storico, nel teatro dei sogni, stavolta a porte chiuse ma con centinaia di paesi collegati. Un 2-2 che già evidenzierebbe tutti i limiti di una squadra che sogna di lottare per il titolo, della seconda della classe; poi McTominay sembrerebbe rimettere le cose a posto, prima del caos finale, la mischia, l'indecisione, gli attimi di tensione e la zampata fatale, quella di uno che quest'anno segna a raffica, quel discusso Calvert-Lewin a cui si può dir tutto tranne che non abbia il gol nel sangue. 3-3, esplode la panchina di Ancelotti per un Everton che resta in zona europea e perchè no, prosegue anche lei i sogni Champions. 

CHELSEA IN MARCIA Prosegue a vele spiegate pure la cura Tuchel: Chelsea 10 punti su 12 e terza vittoria consecutiva, 2-1 in trasferta a Bramall Lane, contro lo Sheffield, fanalino di coda ma in grande ripresa, con cuore e determinazione, quello che da sempre contraddistingue il marchio di fabbrica di una città di pinte e fabbriche. Non era semplice, in Premier mai,  decide Jorginho e altri 3 punti pesanti per inseguire Leicester e quarto posto. Tuchel va, va spedito, senza voltarsi indietro, quantomeno l'inizio è stato perfetto. Esperienza dentro, rispolverati i vecchi Rudiger e Jorginho. 

WEEKEND Frena pure il Leicester che non va oltre il pari a reti inviolate al Molineux sul campo dei Wolves, così come il West Ham a Craven Cottage col Fulham. Timido tentativo di ripartenza per il Tottenham del rientrante Kane: segna e incide, pesante come sempre, proprio l'uragano; il raddoppio? Beh, dell'altro fenomeno, Son! Crolla definitivamente un Arsenal in completa ristrutturazione sul campo del Villa, punto e continuità salvezza per il Brighton a Burnley.