Fonseca avvisa la Roma: "Atalanta? squadra di lotta. Mi sento italianizzato"

Trigoria

La preziosa e fondamentale vittoria di Bologna - nella prima vera trasferta stagionale - ha trasmesso linfa ed energia alla Roma nel settore consapevolezza dei propri mezzi. Se è vero che i successi con Sassuolo e Istanbul sono stati senza dubbio importanti, va detto che i tre punti con i felsinei - una delle squadre più in forma in campionato - ha dato risposte nette e decise anche sotto il profilo caratteriale. Non c'è tempo però di adagiarsi sugli allori, è già tempo di tornare in campo. All'Olimpico arriva l'Atalanta - in occasione del turno infrasettimanale - una squadra tosta, aggressiva e vibrante. Fonseca alla vigilia della sfida con i rossoblù aveva definito la partita come un eccellente test, l'incontro con la Dea non è da meno.

Di seguito le domande a Paulo Fonseca in conferenza stampa.

Che partita si aspetta domani con un avversario che ha raggiunto risultati importanti negli ultimi anni?

"Ci aspetta una partita sicuramente difficile, combattuta piena di duelli fisici. Loro sono una squadra con caratteristiche specifiche, di lotta, aggressiva difensivamente, con giocatori di grande qualità davanti".

La squadra cresce e anche l'entusiasmo. Avvertite la necessità di tenere i piedi ben saldi a terra?

"Come ho sempre detto ai miei calciatori, il passato alle spalle. Conta solo la prossima partita. Dobbiamo essere uniti e umili. Troppo presto per essere euforici, abbiamo vinto solo tre partite, abbiamo ancora tanto da conquistare".

C'è un problema sempre più grave, il razzismo. Ne hanno parlato anche il presidente Gianni Infantino ed il ct Roberto Mancini. Come va combattuto?

"Intanto devo dire che nelle partite dove siamo stati coinvolti per fortuna non ho assistito ad episodi di razzismo. E' un fenomeno che va combattuto, estirpato dal nostro ambiente. Il calcio è un gioco e uno sport che deve unire le persone, regalare felicità e gioia. Sono favorevole a qualsiasi misura al fine di eliminarlo definitivamente".

Cosa hanno di speciale Dzeko e Kolarov? 

"Sono importantissimi per la nostra squadra. In questa fase dove stiamo giocando molte partite, vorrei farli riposare, ma non è possibile. Hanno sempre rispetto positivamente, anche quando sono stati impegnati con la Nazionale. Sono professionisti e curano ogni dettaglio".

Nelle ultime due partite la Roma è apparsa trasformata dopo l'intervallo. Cosa è successo negli spogliatoi?

"Fa parte di un processo di crescita della squadra e anche della mia abitudine al calco italiano. Dopo la partita con la Lazio abbiamo cambiato qualcosa. E' importante continuare migliorare perché in Italia ogni avversario ha le proprie caratteristiche e la propria identità".

Ci sono sei giocatori sempre in campo dal primo minuto. Tra questi c'è Kluivert. Ha bisogno di questi attaccanti o domani vedremo gli altri tre?

"Tutti i giocatori sono importanti. La formazione la vedremo domani, farò alcune modifiche. Tutte le scelte che faccio sono in funzione di quello che ritengo sia il meglio per il gruppo. Sempre la Roma sopra tutto. In attacco ho la fortuna di scegliere opzioni diverse".

Cosa le piace di Cristante e come mai è così centrale nel suo gioco?

"E' un giocatore molto intelligente, perché capisce cosa voglio faccia nel suo ruolo. E' coraggioso, corre dei rischi. In quella posizione si gioca sotto pressione, difensivamente è molto forte e lo apprezzo. E' forte quando riceve la palla e quando la controlla, ha buon passo e una buona gamba. E' uno dei giocatori più importanti per i compiti che svolge in mezzo al campo".

Spogliatoio unito e compatto rispetto allo scorso anno. Ha lavorato su questo aspetto?

"Il passato è passato, non posso parlare di quello che era il gruppo. Quello che ho subito visto dal primo giorno è che avevo a disposizione un gruppo unito che lotta. Queste sono cose che vengono fuori in maniera naturale, non c'è stato bisogno per me di dire di essere unito. Essere uniti è un aspetto fondamentale per vincere qualcosa".

Come sta Smalling? Si sente "italianizzato"?

"Smalling giocherà. Si mi sento un Fonseca italianizzato, ci terrei a dire che il calcio italiano è diverso che obbliga ad essere elastici. Ogni partita ha una storia ha sé. Ritengo che se un allenatore viene qui senza la capacità di capire che il calcio è diverso si sbaglia, bisogna pensare ogni dettaglio. Non si può pensare di poter stare in campo in un determinato modo. Penso comunque che è importante avere una squadra propositiva".

Si aspettava Pau Lopez subito pronto?

"Per i dettagli tecnici, Marco Savorano - uno dei migliori preparatori al mondo - è la persona più competente. E' molto importante per la fase di costruzione da dietro, non sono molti i portieri che ci riescono come fa lui, è equilibrato in questa fase. La parata di Bologna è stata senza dubbio decisiva. Devo comunque sottolineare anche il lavoro di Mirante e Fuzato, i quali avranno sicuramente le loro chanches. In futuro sarà ancora un portiere migliore".

Affrontate una squadra offensivamente molto forte. Come si deve comportare la squadra?

"L'Atalanta davanti ha giocatori forti: Gomez, Ilicic e Zapata sono fortissimi. Lavoro degli esterni? Tutta la squadra dovrà rispondere bene alla pressione".

Ha conquistato tutti. Domani affronta Gasperini, se le chiedesse cosa mi sono perso, cosa risponderebbe?

"Sono certo che non mi farà questa domanda. Non è una partita tra Fonseca e Gasperini, lui è un allenatore di grande qualità che ha ottenuto grandi risultati. Quello che conta è quello che faranno le squadra in campo".

Sei l'unico allenatore imbattuto tra amichevoli e partite ufficiali. Hai compattato l'ambiente. Chi ti ha voluto maggiormente qui?

"So perfettamente che la squadra va bene e che si generano molte aspettative. Non sono d'accordo con l'euforia, per lo meno in questa fase. E' giusto festeggiare durante la vittoria di un campionato o di una coppa. Io sono una persona estremamente realista. Domani c'è già una sfida diversa e difficile. Il resto lo tengo fuori dal nostro gruppo di lavoro. E' positivo che la gente creda in noi, la cosa più importante è la sfida che verrà domani. Questa è una maratona molto lunga e difficile, abbiamo iniziato col piede giusto ma non possiamo rilassarci. Siamo impegnati affinché la strada sia impegnata nella realtà. Come è noto ho sempre trattato con Petrachi e Fienga".