Senza Van Dijk e senza il pubblico di Anfield il Liverpool non può esser la stessa cosa. Specialmente per una squadra così fisica e così rapida in ripartenza che fatica a scardinare difese chiuse e rocciose, quelle delle mediopiccole. Ma dopo lo Sheffield, il Liverpool trova comunque il modo di battere pure il West Ham, e nelle stesse modalità! Aprono gli ospiti, segna Fornals, pareggia Salah però dagli undici metri entro l'intervallo. Nella ripresa solo all'85' i Reds riescono a sbloccare: segna tanto per cambiare Diogo Jota, l'uomo dai gol pesanti, come insegnano le sue annate ai Wolves. Aletta dall'intelligenza calcistica elevata, primo cambio perfetto dei perfetti batteristi Salah e Manè. E anche stavolta il Liverpool non è che non abbia minimamente rischiato, anzi! E invece intanto Jurgen Klopp si porta a casa altri 3 punti, sale a quota 16, aspetta l'Everton, resta al comando e guarda tutti dall'altro verso il basso.
Nonostante la vittoria del Chelsea, che momentaneamente si riproietta in zona Champions, attendendo United-Arsenal, scontro diretto di domani. Classifica pangea, può succedere di tutto: basta una vittoria per cambiare l'ordine degli addendi, in una classifica ribadiamo così talmente contratta. Chelsea che demolisce il Burnley: apre Ziyech, al primo sigillo ufficiale in maglia Blues; poi nella ripresa spiana Zouma, chiude tutto solito Werner. Bene Abraham, tornato al centro dei riflettori dell'attacco Blues. E Lampard sorride: finalmente gol, spettacolo e continuità dopo Krasnodar.
Vince pure il nuovo giovane Manchester City di Guardiola alla ricerca di un minimo di continuità pure in campionato dopo un inizio inferiore alle aspettative. Ma stavolta a decidere è l'esperienza, quella di Walker, prodotto del settore giovanile dello Sheffield United che timbra il sigillo decisivo e batte le Blades, il suo cuore. Lui, figlio di Sheffield, batte e condanna proprio le Blades: 1-0, Sheffield che resta al misero punticino in fondo classifica, evidentemente lontano parente dello scorso anno, quando fu sorpresa, eccome. Anche Guardiola qualche domanda dovrebbe pur farsela: sempre giovani pagati tantissimo, ma manca sempre quell'esperienza e quella fisicità difensiva che avrebbe loro permesso di sognare fino in fondo in Europa, una volta per tutte. Invece più di 100 milioni per i vari Ake, Dias e Torres, ma a decidere su campi così complicati è sempre l'esperienza, quella in questo caso di Kyle Walker.