Tottenham live, inizia l'era Mourinho: welcome back, Special One!

Chiusa l'era Pochettino. Per il Tottenham è l'ora di guardare avanti. E se Mauricio sarebbe proprio dovuto andar via, un solo nome poteva costituire il salto di qualità. Ovviamente, lo Special One. Uno che ha vinto titoli e trofei ovunque, in tutta la sua carriera. Aveva perso mercato, cacciato malamente del Man United. Daniel Levy ha fiutato il colpo, Mou ha reputato il Tottenham un club perfetto per rilanciarsi e tornare protagonista, come una vecchia volpe che non hai perso quel meraviglioso di vincere. Di vincere, esatto, ripeto, ovunque sia stato. Levy ha coronato il suo sogno: avere Jose, sulla panchina del Tottenham. Uno degli impianti d'allenamento più importanti del mondo, uno degli stadi più belli, completi ed evoluti del vecchio continente. Più una squadra alle luci della ribalta negli ultimi, una squadra che è cresciuta insieme, sognando, imparando dalle lezioni di Pochettino. Insomma, le condizioni perfette per un matrimonio perfetto. Perchè appunto, Una squadra che nonostante abbia raggiunto latitudini inimmaginabili non ha vinto niente. Non ha alzato alcun trofeo. E questo il cambio in panchina naturale, il cambio perfetto, l'annuncio di quel malefico stregone che può cambiare la storia del club e vincere. Vincere. Uno che può usufruire eccome del lavoro di Pochettino per cambiare la sorti del club ed iniziare a sollevare trofei. 

LA RICOSTRUZIONE Dunque, da ieri mattina Mourinho torna Contatti già avviati tre settimane fa, dopo il pareggio interno col Watford, un desolante 1-1 coi fanalini di coda. Contatti gestiti e trainati da Zahavi, un signore 76enne amico di Mourinho e Levy che già aveva manovrato il suo primo approdo al Chelsea, che ha tessuto la ragnatela giusta e promosso un matrimonio che ha fatto rumore, eccome. Il ritorno dello Special One in quella Premier che nonostante una moltitudine impressionante di trofei conquistati con Chelsea e Man United, l’ha bocciato forse troppo prematuramente. Attenzione, perchè si parla dello Special One, un vecchio leone dal curriculum che parla da solo: 2 Champions, 3 Premier, 2 scudetti, la Liga dei record ed una moltitudine infinita di coppe domestiche. La scelta giusta, per l’ultimo grande step del Tottenham Hotspur. 

 

PASSAGGIO DI CONSEGNE E RIVOLUZIONE CULTURALE Il passaggio di consegne dall’amico Mauricio all’amico Josè costituirà a tutti gli effetti una rivoluzione culturale nella galassia Tottenham Hotspur. Va via un esteta, uno che arrivava al bel gioco tramite l’intensità, uno a cui piaceva domare e dominare l’avversario, ma spesso e volentieri sbagliava strategia o soprattutto cambi in corsa nel momento decisivo. Se il gioco si fa duro, Poch a Burnley può affondare. Mourinho no, lui ha sempre vinto così, ha la ricetta giusta. Anche lui è sempre stato fautore di intensità, concetto ormai fondamentale nel calcio moderno, dove tra tecnica e quantità vince sempre chi va più veloce dell’avversario. Ma non usa l’intensità per l’estetica, opta sempre e comunque per il mero fine: la vittoria, i 3 punti, il trofeo. Poch pensa a se stesso, al suo club, alla prestazione della sua squadra. Mou, e questa è la differenza più grossa, passa ore e ore a studiare l’avversario, i suoi punti deboli, quando, come, dove colpirlo. E sa captare la zolla del campo giusta in cui colpirlo, nel momento giusto del match, magari scegliendo i cambi giusti, quelli che indirizzano la partita. E’ una vecchia volpe, uno stregone malefico, ma straordinario e tremendamente affascinante, perchè conosce questo sport forse meglio di chiunque altro. 

IL TRIBUTO A MAURICIO "Sono felice, molto felice - debutta Mou ad Hotspur Way - ma prima di iniziare, devo parlare di Mauricio, con tristezza. Complimenti per quello che ha fatto. Questa sarà sempre casa sua, come ho detto ai giocatori. Qualora volesse tornare a salutare tutte le persone con cui ha lavorato, può farlo quando vuole, davvero"

LA SCELTA GIUSTA""Sono molto felice, anche se non sembra, perchè sono già concentrato per la gara col West Ham in programma fra due giorni. Non sono certamente specializzato a subentrare, entrai in corsa solo nel 2001 col Porto, per questo non ho la pretesa di poter cambiare tutto, devo ripartire dalla base precedente. Sono umile, mi sento umile, ho passato 11 mesi a specializzarmi e capire cose nuove, sicuramente non commetterò più gli stessi errori del passato. Sono comunque felice e convinto, per il progetto che m'ha spiegato Mr Levy, ma soprattutto per la rosa dei giocatori che andrò ad allenare". 

MOU SHOW 1.0 "Se penso che la squadra abbia risentito della finale di Champions persa? Non lo so, non ho mai perso una finale di Champions"

MOU SHOW 2.0 "Anni fa dichiarai che non avrei mai allenato il Tottenham per rispetto dei tifosi del Chelsea? Prima dell'esonero!"