Juve, 3 anni di Ronaldo senza Champions. Quante sono le sue responsabilità?

Spoiler: in questo articolo non cadremo nella retorica di elogiare la grandezza di uno dei più grandi della storia del calcio, ma cercheremo di analizzare lucidamente e oggettivamente l'apporto ed il contributo di Cristiano Ronaldo alla Juventus.

CAMPIONATO, SUPERCOPPA E GLADIATORE IN UCL - Il primo anno dell'asso portoghese in Italia è contraddistinto dal forte entusiasmo che lo accoglie in ogni stadio in cui mette piede. Nella sua prima italiana, a Verona contro il Chievo, la tenacia di Sorrentino non gli permette di firmare il suo primo centro in A, che arriverà successivamente allo Stadium contro il Sassuolo. Anche se a livello di realizzazioni non è sempre incisivo nei big match, l'ex United si rivela invece decisivo in termini di gioco. Infatti, la cosa maggiormente criticata oggi a CR7, la carenza nel mettersi a disposizione, spicca nella prima stagione in Italia. Prendete il match contro il Napoli a Torino, nelle prime giornate di campionato, l'attaccante non riesce a buttarla dentro ma, al contempo, fornisce un assist al bacio per Mandzukic - che sblocca il match - e, successivamente, da una sua bomba scaturisce la doppietta della punta croata. Il gioco di Allegri, equilibrato e sapiente, consegna a Ronaldo un nuovo ruolo, più al centro in fase di impostazione e di creazione. Quanto detto è rappresentato dai numeri: ben 11 assistenze in tutte le competizioni giocate con i bianconeri, il dato migliore da quando è in Italia. Ronaldo vince la Nations League con il suo Portogallo, rivelandosi decisivo in semifinale, e risulta essere il match winner nella Supercoppa Italiana contro il Milan a Dubai. La Juventus verrà eliminata dall'Atalanta in Coppa Italia, ma il rendimento di CR7 in campionato è produttivo ed efficace, sotto tutti i punti di vista. Passiamo alla Champions League, il tema che davvero interessa, la coppa da conquistare in casa Juve, il vero motivo per cui è stato preso Ronaldo. Il cinque volte Pallone d'Oro segna un gol meraviglioso ai gironi contro il suo Manchester United, al volo a De Gea, firma che non basterà per vincere il match. La partita simbolo - fino a questo momento - in maglia Juve è però il ritorno contro l'Atletico Madrid. Dopo il 2-0 dei Colchoneros al Wanda Metropolitano, la missione è ai limiti del possibili: ribaltare il tutto contro una delle difese più arcigne e toste d'Europa. La storia è nota: tripletta micidiale, partita sontuosa, da campione. La Juventus approda ai quarti di finale di Champions. Neanche a dirlo, Ronaldo segna all'andata (1-1 all'Amsterdam Arena) e al ritorno contro l'Ajax (1-2 in favore dei Lancieri), ma è solo lui ad accendersi nella doppia sfida con i giovani terribili. Il problema è proprio questo: solo lui. I bianconeri non gestiscono il vantaggio, peccano di esperienza e attenzione, non riuscendo a mantenere i nervi saldi. La squadra stecca clamorosamente l'appuntamento semifinale, ma a Ronaldo non si può rimproverare davvero nulla, le sue performance agli ottavi e ai quarti sono infatti di livello, equiparabili a quella con la maglia del Real Madrid. L'annata si conclude con 28 centri e 11 assist. Riassumendo: decisivo in campionato (dove va comunque evidenziata la preminenza della Juve rispetto alle altre) e in Supercoppa italiana, unico a salvarsi nella spedizione europea con partite da Ronaldo. Le attese vengono confermate, sono piuttosto altre individualità a steccare.

 "SOLO" IL TRICOLORE, RAPPORTO PRECARIO CON SARRI - Andiamo subito al nocciolo della questione: il rapporto con mister Maurizio Sarri non sboccia, come non sboccia quello tra il tecnico e la Juventus. Tracciando un bilancio finale, la guida tecnica non si impone con le sue idee, complici anche le caratteristiche poco avvezze dei calciatori a disposizione a praticare un certo tipo di calcio. Ronaldo sigla 31 reti in campionato condite da 6 assist e recita una parte primaria nella conquista del nono Scudetto consecutivo. Va detto, però, che le prestazioni del portoghese calano in più di una circostanza, complice anche il lockdown che ha sconvolto le vite di tutti, compreso lo sport. Il portoghese non riesce ad imporsi in Coppa Italia e in Supercoppa, la sua centralità meno evidente nell'economia della squadra, ma va comunque riconosciuta la sua efficacia in momenti delicatissimi della stagione: le reti con l'Atalanta e la Lazio a fine campionato sono decisive per il primato in Italia. Anche qui è doveroso analizzare di come tutta la Juventus sia comunque poco esaltata dalle direttive dell'allenatore e, da questo punto di vista, considerando che il calcio è uno sport di squadra, ne risentono tutti, compresa la brillantezza del reparto offensivo. In Champions League avviene l'ennesima caduta, è il Lione a purgare. All'andata la Juve gioca in maniera pessima, senza troppi mezzi termini. Al ritorno Ronaldo prova nuovamente l'impresa, firmando una doppietta, ma questa volta non basta. Si rivela essere comunque l'unico in grado di suonare davvero la carica in campo internazionale nella fase ad eliminazione diretta. Sono 35 i timbri in stagione con 7 assist. 

LA VERITÀ STA NEL MEZZO - La situazione attuale è ben nota: in campionato l'Inter ha un vantaggio importante e la cocente eliminazione in Champions col Porto brucia. Ovviamente, il mondo Juve non si accontenta della finale di Coppa Italia conquistata. I numeri di Ronaldo dicono 27 reti e 4 assist (decisivo ancora in Supercoppa italiana, doppietta fondamentale in Coppa Italia con l'Inter all'andata). È indubbio comunque che le performance di CR7 non siano più incisive rispetto ai suoi classici livelli. A questo punto diventa doveroso fare alcune precisazioni, per evitare di cadere nella retorica.

Cristiano Ronaldo non è più il giocatore del Real Madrid, e questo è un dato assodato. Ciò non significa che non potrà essere decisivo ai prossimi Europei, Mondiali e competizioni per club, tutt'altro. A 36 anni è normale anche per un extra terrestre non essere più performante come un tempo, è esattamente così anche per Messi. Il problema è piuttosto un altro. La Juventus è all'altezza di Cristiano Ronaldo? Il problema è infatti proprio questo. Quando il portoghese vestita la maglia dei blancos, nell'apice della sua carriera, è accaduto, seppur raramente, di trovare qualche serata no. Quando però Ronaldo non pungeva - prendere come esempio la finale della Decima, oppure le semifinali con il Bayern e la finale col Liverpool del 2018 - nelle merengues spiccavano personalità del calibro di Benzema, Bale, Sergio Ramos, Kroos, Casemiro, Modric e perfino un terzino fenomenale come Marcelo. Questo per far capire di come, tolto il match col Porto e l'andata col Lione, Ronaldo in Champions in maglia Juve ha fatto il suo dovere. La domanda è piuttosto un'altra: quando CR7 non c'è stato, i suoi compagni sono stati all'altezza della situazione? Attenzione, non vogliamo "giustificare" o non imputare niente contro Ronaldo, perché è chiaro che dal tuo giocatore più forte ti aspetti il massimo, a maggior ragione quando l'investimento è stato imponente e lo stipendio che la Juventus paga per il portoghese è unico. Si può anche discutere sul fatto della gestione dei soldi della società, ovvero se fosse meglio o meno investire i soldi destinati a CR7 per prelevare altri e più giocatori utili alla causa. Questi, però, sono altri discorsi. Le critiche, se costruttive, sono più che giuste. È comunque doveroso analizzare con lucidità il contributo di Ronaldo alla Juventus nel complesso, considerando tutte le circostanze, non sfociando in discorsi da fantacalcio. Posto che il primo anno dell'asso portoghese la Juventus era un gradino - se non due - sopra le altre, siamo così sicuri che la scorsa stagione i bianconeri avrebbero ugualmente vinto il Tricolore senza di lui? 

Gli anni passano per tutti, anche per i migliori, ed è palese che brillantezza ed efficienza vengano meno, anche negli atleti più curati e attenti al loro fisico. Come già detto, i soldi spesi per Ronaldo sono stati e sono tanti, e a posteriori magari potevano essere investiti in maniera differente, costruendo una squadra magari più abile e completa in ogni reparto, la zona nevralgica su tutti. Da qui però ad addossare a lui i mancati successi in Champions League ce ne passa. Il vero problema non è infatti il contributo di Ronaldo alla Juventus, perché tirando le somme, i numeri e le statistiche parlano chiaro. Il nodo cruciale riguarda infatti la gestione dell'investimento sul portoghese, che non poteva e non può essere inevitabilmente certezza nel vincere la UCL. O almeno, non lo può essere se a ciò non vengono accompagnati acquisti mirati. Troppo facile parlare a posteriori, ma vogliamo lasciarvi con alcuni quesiti.

Reputate più forte la Juventus degli ultimi anni con CR7 oppure quelle che hanno raggiunto le finali di Champions League con Allegri in panchina? (Questo per riflettere sul fatto che il campione deve comunque avere una squadra alle sue spalle)

È possibile che, al momento dell'acquisto di Ronaldo, qualcuno abbia sopravvalutato il valore della Juventus - a livello europeo - non pensando che magari sarebbe stato meglio gestire quell'ingente somma di denaro in altro modo?