Roma, ecco Mkhitaryan: "Possiamo fare grandi cose"

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Henrikh Mkhitaryan è sicuramente una pedina di livello per la nuova Roma. Il calciatore, oltre alle esperienze in squadre prestigiose, è un tassello versatile, ma soprattutto funzionale nello scacchiere tattico di Paulo Fonseca. L’armeno ha già assaporato l’Italia: basti pensare ai gol agli azzurri a Buffon in Nazionale e a quello al Milan in Europa League. Ad arricchire il pacchetto c’è il gol in finale - sempre in EL - con la maglia del Manchester United, competizione che i giallorossi vogliono onorare nel migliore dei modi in questa stagione.

Gianluca Petrachi è stato chiaro sul prezioso colpo. “Siamo orgogliosi di aver portato un altro giocatore di spessore internazionale. Può alzare il livello qualitativo. Vogliamo fargli sentire tutto il nostro calore per farlo rendere al meglio, e sono convinto che la tifoseria ci riuscirà. E’ un calciatore intelligente, nessuno lo sa ma ha rinunciato anche a soldi per venire qui, vuole investire su sé stesso”.

Di seguito le dichiarazioni dell’ex Borussia Dortmund e le domande effettuate durante la sua presentazione: 

“Sono molto felice di essere qui, sono consapevole da dove arrivo e quali sono gli obiettivi di questo club. Oggi ho incontrato squadra e mister, e ci sono tutte le condizioni per far bene”.

In quale ruolo pensi di poter essere più utile? 

“Posso giocare in ogni posizione dell’attacco, a destra, a sinistra, dietro la punta, ma quello che più conta è il bene della squadra. Quello che so far meglio e partire esternamente e accentrarmi”.

Hai incontrato alcuni tuoi nuovi compagni durante le partite delle nazionali, cosa vi siete detti?

"Oggi è stato il primo giorno di allenamento. Già dopo la partita con l’Italia, con Alessandro Florenzi abbiamo scambiato qualche battuta, anche con Dzeko dopo il match con la Bosnia”.

Nella partita con la Bosnia hai dimostrato di essere un attaccante completo, ma nell’ultima stagione dal punto di vista realizzato ti è mancato qualcosa. Cosa serve aggiungere per fare il salto di qualità?

"In Nazionale gioco dietro la punta e ho maggior spazio e sono anche più dentro l’area. In Premier - con Arsenal e Manchester United - ho giocato in una posizione più arretrata. Il mio obiettivo è fare quanti più gol e assist possibili”.

Cosa ne pensi dello stile di gioco di Fonseca?

“Mi ha colpito quando allenava lo Shaktar, teneva testa a squadre forti in Champions League, a volte anche vincendo. Spero che anche qui riesca a dare spettacolo”.

Dopo la partita con l’Armenia ti sono arrivati i messaggi dai tifosi della Roma? Può metterti pressione? Perché dalla Premier sei venuto in Italia?

“Ho ricevuto diversi messaggi, sono stati evidentemente contenti. Ora però sono concentrato esclusivamente sulla Roma. Non ho paura della pressione, sono abituato. Quando si gioca per le grandi squadre, si è sempre tenuti sott’occhio. Ho trenta anni, se decidi di giocare a calcio devi saper gestire le critiche, e so come fare. Ho accettato con entusiasmo, neanche abbiamo parlato di denaro. Sono qui per divertirmi e godermi il calcio”.

Hai lasciato il miglior campionato al mondo? Ambisci ad un ritorno in Premier o a rimanere in Italia?

“La Premier appartiene al passato, ora come ho detto, occhi rivolti solo a questa maglia. Avevo avvertito che era arrivato il momento di cambiare aria, ho colto al volo l’occasione. E’ importante provare piacere quando si gioca a calcio, non importa dove”.

Cosa ne pensi della VAR? 

“Ci sono situazioni in cui ti aiuta, altre invece no, perché rallenta il gioco, ed il calcio non deve perdere il ritmo. Ad esempio quando segni, non si provano le stesse emozioni se devi aspettare. L’arbitro può sbagliare. Mi sento in alcune inglese, in altre italiano”.

Come mai l’Arsenal decide di mandarti via in prestito negli ultimi giorni di mercato?

“E’ una domanda difficile, perché non faccio parte della dirigenza dell’Arsenal. Era comunque il mio desiderio andare via, perché non stavo giocando con continuità, e sapevo che avrei avuto maggior possibilità di trovare più minutaggio a Roma”.

Visti i rapporti politici tra Turchia e Armenia, avrai problemi a giocare con la Roma ad Istanbul in Europa League considerando che non hai giocato l’ultima finale con l’Arsenal per le vicende della tua patria con l’Azerbajan?

"Non ci sarà nessun problema, perché in Turchia ci ho già giocato altre volte da calciatore”.

Ti servirà un periodo di adattamento per rendere al meglio nel nostro campionato?

“Quando sono arrivato in Germania e in Inghilterra era più giovane. Ora ho più esperienza, non avrò problemi, sono sicuri che i compagni mi aiuteranno ad adattarmi al campionato e alla città. Lo dovrò fare nel modo più veloce possibile”.

Hai parlato con Fonseca? Pensi di poter partire titolare nella prossima partita?

“Ho parlato anche con il mister e ci siamo detti diverse cose. Nessuno può essere sicuro del posto da titolare, la decisione spetta a lui. Da parte mia farò del mio meglio, sono qui per vincere non per perdere tempo”.

L’Europa League è realmente alla portata? Siete tra i favoriti?

“Tutti abbiamo grandi ambizioni, e si viene ricordati per le vittorie. Nella mia carriera ci ho sempre provato a vincere dei titoli. E’ prematuro fare certi discorsi, la strada è ancora lunga”.

Hai lavorato con Klopp, Mourinho e Lucescu. Cosa ti hanno lasciato e cosa pensi ti lascerà Fonseca?

"Sono tutti allenatori diversi, con filosofie differenti. Uno più offensivo, l’altro più difensivo, l’altro ancora che giocava in contropiede. Io sono a disposizione, sono sicuro che imparerò molte cose da Fonseca”.