Desolazione Milan, Lazio da Champions: Inzaghi ancora corsaro a San Siro

SAN SIRO Desolazione Milan. Nemmeno Pioli sembra aver trovato la quadratura del cerchio, i rossoneri si perdono tra le loro croniche amnesie e fragilità, ancora una volta. E ancora una volta San Siro diviene terra di conquista per i corsari, in questo caso la Lazio, una grande Lazio. Biancocelesti formato Champions, decide Correa, partita vinta tra esperienza e compattezza. I biancocelesti, un gruppo unito da tanti anni, a differenza del Milan. E stasera s'è visto tutto. 

PREMESSE Pioli cerca continuità a San Siro dopo il successo sulla Spal, cerca soprattutto un successo prestigioso per riconquistare il pubblico di San Siro. Ma attenzione ad una Lazio tremendamente in salute, finalmente cattiva e determinata, lanciatissima in piena corsa Champions dopo gli ultimi due vitali successi: quello di Firenze prima e quello col Torino in grande stile poi, naturale conseguenza di quanto dalle parti di Formello sia tornato vento a poppa e radioso orizzonte a prua. 

LE SCELTE Pioli deve rinunciare a Suso, problema fisico per lo spagnolo, al suo posto ancora Castillejo. Davanti altra chance per Piatek, solo panca per Leao e Rebic. Stessa sorte per il deludente Biglia, ancora preferito Bennacer. Punito pure Kessiè, gente tecnica con Paquetà e la novità Rade Krunic. Dietro altra chance per Calabria e Duarte, assente Musacchio. Dall'altra parte solita Lazio tosta, solida, quadrata e pluriennale: 3-5-2, Luis Alberto ispira, corsa Lazzari, imprevedibilità Correa-Immobile. Scelte che si riveleranno giustissime, quelle di Inzaghi. 

PRIMO TEMPO SCINTILLANTE Bel Milan quantomeno in avvio. Un Milan frizzantino, evidentemente galvanizzato dal successo sulla Spal. Piatek parte a razzo ma non trova la porta, Paqueta si divora il vantaggio brillantemente servito da un ottimo Castillejo, lo stesso funambolo spagnolo mostra finalmente un po di sana tigna e convinzione scaricando un bolide dalla distanza su cui Strakosha è costretto agli straordinari. Sul più bello passa però la Lazio: doppia ghiotta chance biancoceleste, prima Immobile centra la traversa, poi incorna su cioccolatino di Lazzari beffando Donnarumma. Ciro signori, un top player in queste acque. A proposito di top player, chi sembra aver perso smalto realizzativo è boom-boom Piatek, che solo qualche minuto più tardi sfrutta una dormita di Acerbi e compagni per infilare Strakosha (battuto dalla deviazione di Bastos) e risvegliare San Siro. Boom Boom, Immonile-Piatek, partita splendida. Fatta di qualche errore o imprecisione di troppo certo, specialmente sponda rossonera, ma combattuta da due squadre che vogliono veramente vincere. Pioli perde Castillejo sul più bello: chance per Rebic che parte a destra. Il Milan sfiora il controsorpasso grazie ad un corner velenoso e tagliato stile Calhanoglu, Strakosha si salva, anche il controllo Var segnala come la palla non abbia completamente superato la linea. E allora ancora Lazio, nel finale, in un frastuono tra due tifoserie che non si amano, tutt'altro. E lo fanno vedere e sentire, eccome. Il Milan soffre terribilmente le imbucate centrali, Correa riesce sempre a passare e sforare la retroguardia rossonera. Duarte è quello che passa al convento, Bennacer meglio di Biglia e gran margini ma quanto a filtro deve imparare un mestiere da capo.

RIPRESA Si riparte meravigliosamente dalla stessa inerzia del primo tempo. Squadre cariche, partita aperta, nonostante qualche limite tecnico. Come i cross di Calabria, per esempio. Dall'altra parte spinge Hernandez, strappa Krunic ma Piatek perde spesso e volentieri tempo e giocata. La Lazio controbatte alla grande: Luis Alberto e Correa duettano che è uno spettacolo, Immobile sempre pronto a tagliare e trovare varco e guizzo giusto. Storicamente attenta agli equilibri, è però la Lazio a farsi trovare scoperta: fuori Paquetà, Calha mezzala, Leao a sinistra e tridente pesante, Calha imbuca per Leao che perde l'attimo giusto per battere Strakosha, ma che possibilità! Per riequilibrare la squadra Inzaghi toglie a sorpresa Milinkovic e Immobile, deludente il primo, forse stanco il secondo, dentro Parolo e Caicedo. Subito sportellate di Caicedo e partita più fisica, Leao sembra poter spaccare a sinistra ma non trova mai il guizzo giusto, la Lazio sfiora il vantaggio col fisico in un paio di calci piazzati. Sofferenza Milan, la Lazio sembra averne di più: più squadra, più tosta, ma Donnarumma risponde sempre da gran portiere. E proprio nel momento in cui il Milan dopo 10/15 minuti di apnea prova ad uscire dal guscio, ecco qui che la Lazio trova il varco giusto: Luis Alberto ispira, Correa taglia, destro secco e Donnarumma battuto. Sembra un revival di sei messi fa, quando lo stesso asso argentino castigò in ripartenza la difesa rossonera in semifinale di Coppa Italia, e tutta la panchina biancoceleste Inzaghi incluso corse ad abbracciare il realizzatore. Il Milan non ne ha più, non riesce nemmeno a reagire, accademia laziale a San Siro: gestione sapiente, esperienza vera. Nel finale l'ultimo lancione della disperazione, Piatek steso, ma non c'è niente. Desolazione Milan, trionfo Lazio. Arrivano punti e risultati, volano le romane, Atalanta e Napoli avvisate.