Roma, Fonseca infonde calma: "Gara decisiva più per il Mönchengladbach". Arriva poi una proposta...

Matteo Corona

La vittoria nel Derby del Sud ha portato un’ondata di entusiasmo incredibile. La Roma è balzata al terzo posto in classifica, e considerando l’emergenza infortuni e le premesse di inizio stagione, attualmente è un risultato sorprendente. Un plauso particolare va fatto a Paulo Fonseca che, in un momento delicato, ha fatto di necessità virtù. Il tecnico portoghese ha rivitalizzato un calciatore valido come Javier Pastore, si è inventato Gianluca Mancini centrocampista, ha dato energia e certezze a Zaniolo e Kluivert, ma soprattutto ha trasmesso determinazione e voglia ai lupi. Domani torna l’Europa League, ed i capitolini si apprestano ad affrontare il Borussia Mönchengladbach, attuale padrona della Bundesliga. Dopo la beffa dell’Olimpico - per via del rigore inesistente fischiato a Smalling - i giallorossi vogliono archiviare la pratica qualificazione. In questo contesto si può tirare anche un sospiro di sollievo, considerando che l’infermeria inizia pian piano a svuotarsi e a “migliorare”. Non a caso torna a disposizione Diawara, assente dal match con il Cagliari.

Paulo Fonseca ci ha tenuto a mantenere alta la guardia: “La partita è più decisiva per il Borussia, e sarà diversa dall’andata. Pensiamo al match, non all’arbitro. Dzeko può giocare senza maschera, è a disposizione al 100%. Stesso discorso per Florenzi. La verità e che vorrei poter cambiare qualche pedina, ma in questo momento non possiamo. Chi lavora nella Roma deve pensare sempre a vincere, non importa la competizione, ma conta la vittoria. Loro sono una squadra forte”.

Troppe partite in poco tempo: la "provocazione" del tecnico

“Per guardare uno spettacolo migliore, sono disposto anche a perdere soldi. Si giocano troppe partite, questo impedisce alle migliori squadre di avere i migliori giocatori. Va studiato il calendario, sono disposto anche a ridurmi l’ingaggio al fine di giocare meno partite”.

Le dichiarazioni di Pau Lopez

“Non ci poniamo obiettivi. Per me e per la squadra è importante questa competizione. Ter Stegen e Oblak hanno qualcosa in più degli altri, io non studio nessuno in particolare, mi piace apprendere un pò di tutti. Quando sono arrivato ho detto di voler imparare subito l’italiano, i primi due mesi ho fatto lezione quasi ogni giorno”.,