Mezzo passo falso Inter, ma poteva andare molto peggio: super Dea, solo Handanovic salva Conte

L'Inter stecca una prova importante e il sabato sera si chiude con un punto a testa a San Siro tra Inter e Atalanta, una partita che si chiude 1-1, ma rimpianti più grossi per l'Atalanta che per l'Inter, per il rigore sbagliato alla fine da Luis Muriel. Apre il solito Lautaro, pareggia strameritatamente nella ripresa la Dea grazie all'acuto del solito Gosens, poi nel finale il rigore parato da Handanovic a Muriel che nega alla Dea i 3 punti più prestigiosi del campionato ed il prevedibile, a quel punto, sorpasso alla Roma. Inter che adesso attende la Juve, impegnata domani sera proprio all'Olimpico coi giallorossi; Dea che aggancia i capitolini e prosegue la propria striscia positiva, ma c'erano eccome i margini per conquistare un risultato clamoroso (classifica parlando, calcisticamente nemmeno per sogno) e soprattutto tutte le copertine della domenica. 

LA GARA

PARTENZA INTER Inter che parte fortissima, Lautaro brucia a freddo la difesa atalantina e spiana la strada ai nerazzurri. Esulta Conte che però osserva i suoi non chiudere la partita, malgrado un primo tempo aggressivo, dinamico, talvolta arrembante. Lukaku e compagnia che nonostante la buona prestazione non raddoppiano e Dea fortunatamente all'intervallo sotto solo di un gol. 

SONTUOSA DEA Nella ripresa esce tutta la qualità della Dea ma soprattutto, tutti i limiti dell'Inter di Conte. Contiana, nel dna, grande dinamismo, idee chiare e compattezza, ma poca qualità. Come abbiamo sempre sostenuto, manca quella qualità (Eriksen?!) per gestire, palleggiare e distruggere le piccole che vengono a chiudersi a San Siro. Chiaramente l'Atalanta non è una piccola e si vede, perchè nella ripresa per stessa ammissione dell'esterno Gosens i bergamaschi entrano in campo con tutt'altra personalità. E quando la tirano fuori, palleggio, qualità e imprevedibilità escono di conseguenza. Prova generali di un centrocampista completo come Malinosky, che da lontano prende il palo; poi il pari, meritatissimo, sempre del solito Robin Gosens, zampata decisiva sul secondo palo e settimo, ribadiamo settimo, sigillo stagionale. E allora ancora dominio, perchè ancor più del contraccolpo psicologico l'Inter subisce proprio la qualità, eccelsa, di una potenza e una realtà del calcio italiano, la Dea, per l'appunto. 40 tocchi, tiki taka e dominio assoluto, il gol sembra non aver arrivare, Dea che deve sempre porre attenzione al dna velenoso e vincente dell'Inter di Conte, ma conquista il calcio di rigore: dal dischetto Muriel però mostra tutt'altro che freddezza, solito discontinuo, solito tutt'altro che impeccabile nel momento decisivo, Handanovic lo ipnotizza e salva il punto per Antonio Conte. Un punto comunque pesante, perchè perdere in casa è sempre e comunque dannoso. L'Inter che salva la lunghezza. E domani tifa Roma