Napoli, nuovo look in mediana: Demme e Lobotka colpi giusti?

Editoriale di Luca Coscia

Il Napoli dopo Demme è pronto ad ufficializzare anche l’acquisto di Lobotka. Due arrivi che vanno a rinforzare il centrocampo di mister Gattuso. Ora tutti si chiedono sulla bontà o meno delle due operazioni, se i calciatori hanno o meno la qualità per giocare in Serie A ed in una squadra di vertice come quella azzurra. Di certo vanno a rintuzzare un reparto monco e numericamente scarno, quello che, di fatto,  ha dato i maggiori problemi.

La vera domanda, a parer mio, però, dovrebbe essere un’altra: perché soltanto adesso. Diciamocela tutta, l’inizio di mercato del ds Giuntoli ci sta un po' stupendo: subito due arrivi in mediana (quando tutti scrivevano che ne sarebbe arrivato uno solo), si lavora per un terzino che possa sostituire Ghoulam, si piazzano gli esuberi (già via Tutine e Ciciretti ma a breve anche Tonelli e Gaetano partiranno) e, addirittura, si lavora già per giugno con Rhamani e Amrabat dati per fatti e Boga e Berardi messi nel mirino.

Il sodalizio di Castelvolturno sembra voler correre ai ripari ma è qui che l’asino casca. Perché, Ancelotti o meno, qualcosa questa estate non quadrava. Da febbraio a luglio sono andati via Rog, Hamsik e Diawara ed è arrivato il solo Elmas. E mentre tutti sognavano il colpo in attacco con i vari Icardi, Pepè ed il tormentone James Rodriguez, nessuno pensava alla carenza che c’era in mezzo al campo. Tutti a parlare del vantaggio che avrebbero avuto i partenopei, essendo l’unica big a non cambiare guida, di un tecnico che aveva conosciuto e valutato la rosa. Il progetto del calcio di posizione sembrava una genialata e lo stesso mister aveva dato 10 al mercato. Pochissimi i critici, chi aveva fatto notare che la squadra era composta da elementi validi ma male amalgamati ha fatto la fine della Cassandra. Eppure, ci avevano visto lungo. La coperta era sì corta, ma non in difesa o in attacco ma in mezzo e le prime perplessità erano arrivate già dalla vittoria, alla prima di campionato a Firenze. Ed allora c’è da chiedersi: è stata cecità o presunzione? Cosa non ha permesso di correggere il tiro quando era ancora fattibile?

Auguriamo tutto il bene a questi due nuovi ragazzi ma, se anche ora si trovasse la quadra, c’è un dato di fatto: la stagione è oramai compromessa. Vincere la Coppa Italia sarebbe una magra consolazione, ed anche una qualificazione all’Europa League sarebbe come servire una scatoletta di tonno a chi si è abituato a mangiar caviale. Ma la causa di tutto ciò non va cercata ne nell’ammutinamento di novembre ne all’allontanamento tardivo di Ancelotti ma a tutto ciò che è stato fatto adesso e che, invece andava fatto molto prima.

Luca Coscia