Roma, Petrachi: "La volontà è quella di mantenere i big"

Gianluca Petrachi, direttore sportivo della Roma, ha rilasciato dichiarazioni importanti ai microfoni di Sky Sport, nello specifico alla trasmissione "Il calciomercato che verrà". L'ex ds del Toro ha affrontato molteplici tematiche, analizzando varie dinamiche. Di seguito le sue parole.

OSTACOLO 30 GIUGNO, SCADENZA CONTRATTI, STOP CAMPIONATI - “I calciatori che sono in prestito qui da noi si trovano molto bene. Sono stati anche titolari, a parte qualcuno come Kalinic. Al momento dobbiamo aspettare gli sviluppi e poi cercheremo di capire come sistemare le cose. Sono abbastanza fiducioso, considerando i colloqui che ho con i giocatori, che vogliano terminare con noi la stagione senza rientrare alla scadenza del prestito”.

SMALLING E MKHITARYAN - “Penso che siano stati due prestiti vincenti, parlano i numeri. Henrikh l’abbiamo perso per un po’ di tempo a causa dei problemi fisici, ma si trova bene da noi così come Smalling, anche la moglie è molto contenta della vita nella Capitale. La società farà di tutto per tenere entrambi i ragazzi, soprattutto per la loro volontà di rimanere. Poi se ci riusciremo lo vedremo più avanti, ma sento di avere entrambi i giocatori accanto”.

RIBASSO DEI PREZZI ED EVENTUALI OPPORTUNITA' - “È troppo complito stabilire il mercato che verrà. I prezzi si abbasseranno, andrà rivisto tutto il piano del mercato. Per quanto riguarda la Roma, ha sempre lavorato vendendo i giocatori, è sempre stata attiva da questo punto di vista. Se dovessimo vendere qualcosa, saremo bravi a investire i soldi incassati. Il trading deve essere fatto, ma cercando di sbagliare poco. Questo è l’argomento più importante per un direttore sportivo”.

ZANIOLO E PELLEGRINI - “Pellegrini ha una clausola rescissoria, però è un ragazzo molto legato alla Roma. Anche se l’importo della clausola rescissoria viene versato, è il giocatore che decide se rimanere o meno. Ho pochi dubbi su di lui, sul fatto che possa pensare di lasciare i giallorossi in questo momento. Ha visto la credibilità del club e il cambiamento, penso che voglia credere nel progetto che è stato portato avanti quest’estate. Zaniolo rappresenta il giocatore che emoziona i tifosi, noi faremo di tutto per trattenerlo. Credo che la linea sia quella, poi il calciomercato mette davanti a tante difficoltà, ma la volontà è quello di mantenere i nostri big”.

LA DIFFICOLTA' NEL PIAZZARE CALCIATORI FUORI DAL PROGETTO - “Questa situazione peggiora gli aspetti relativi alle cessioni di calciatori che non rientrano più nei piani, tutti aspettano e nessuno fa una prima mossa anche se il giocatore ha fatto bene. Nello specifico faccio l’esempio di Schick: è un giocatore per cui il Lipsia ha un diritto di riscatto, datato metà giugno, ma ancora tergiversa per capire cosa fare. E non perché non abbiano avuto modo e maniera. Vorranno uno sconto, ma noi non siamo qui ad elemosinare. Lui peraltro è uno di quei giocatori che se non dovesse rimanere al Lipsia mi è stato già chiesto, ha mercato. Ci sta che i tedeschi prendano ancora tempo, ma è uno di quei casi in cui se non dovesse essere riscattato rischiamo di incassare ancora di più. Ci sono anche situazioni per cui un giocatore, ad esempio Gonalons, ceduto in prestito in Spagna, verrà riscattato in caso di salvezza della sua squadra. E lo stesso vale per Defrel al Sassuolo. Quindi finché non si ha il quadro definitivo, non si capisce quanti soldi si avranno. Florenzi? Ci sono due squadre molto interessate a lui, si parlava dell’ipotesi della cessione visto che era uscito in prestito a gennaio. Zappacosta è stato sfortunato, ora sta bene ed è recuperato. Noi ci siamo presi del tempo per valutarlo in questi mesi, troverà il suo spazio e se dimostrerà di stare bene vedremo cosa fare”.

EVENTUALE CESSIONE SOCIETARIA E OSTACOLI - “Con Fienga ho sempre un contatto diretto ed è sempre stato il mio riferimento, non ho accusato questo tipo di problematica perché non ci è mai mancato nulla. Ho chiesto che fossero rifatti i campi ed è stato così, con un quarto campo che sta sorgendo adesso. Le vicende societarie alla fine entrano in scena nel momento in cui c’è da fare una valutazione sul futuro della Roma e sul mercato. La situazione attuale sta facendo andare a rilento un po’ tutto. A tempo debito però arriveranno tutte le risposte”.

OPERAZIONI LEGATE TRA LORO - “È naturale che il mio lavoro mi porta a valutare i parametri zero di spessore che sono sul mercato. Ma bisogna stare attenti, questo è un campionato monco che non ha dato risposte per tutti. A gennaio Kalinic stava entrando in forma, ha fatto prestazioni e gol. Oggi è in prestito dall’Atletico Madrid, se dovesse fare altri 7-8 gol è evidente che la valutazione su di lui cambia perché poi meriterebbe una riconferma. Poi se arriva il colpo che serve a prescindere non ci faremo di certo cogliere impreparati”.

VOCI E CHIACCHIERE DI UNA PARTENZA -  “Dispiace sempre quando strumentalmente escono fuori delle notizie. Io purtroppo sono una persona scomoda in questo ambiente perché non regalo niente a nessuno dal punto di vista mediatico. Sono un tipo riservato, che cerca di fare bene il suo lavoro con la massima trasparenza. In un ambiente come Roma non è semplice, perché presenta tante insidie. Se non ti prendi un caffè con quel giornalista o non gli rispondi, si viene immediatamente attaccati. Il fatto che mi abbiano bacchettato e continuino a farlo, mi ha permesso di essere ancora più intransigente con me stesso. Vado serenamente avanti per la mia strada. Poi che il mio tempo qui è finito, dovranno essere Pallotta e Fienga a dirmelo. Al momento ho la fiducia della società. A Roma ne hanno spappolate tante di persone, se in 20 anni non si è vinto nulla qui è anche a causa di questi problemi, che non sono legati alla tifoseria, che è passionale e sentimentale. A me le sfide piacciono. A Torino ciclicamente si diceva che l’anno successivo sarebbe arrivato un altro direttore sportivo, ma alla fine sono rimasto 9 anni e ho deciso io di andarmene. I compromessi non mi piacciono. Vedremo cosa succederà”.

 RAPPORTO FONSECA - “Qualcuno dice che è brutto perché all’intervallo di Sassuolo-Roma dove si perdeva 3-0 al primo tempo, in un momento così difficile, mi sono sentito di dire due paroline alla squadra. L’ho sempre fatto e lo farò sempre. Era il momento in cui bisognava guardarsi in faccia, poi avendo fatto il calciatore certe dinamiche le capisco. Dovevano tirare fuori gli attributi cercando di salvare la faccia, perché si stava perdendo anche quella. Non ho parlato di tecnica o di tattica. L’allenatore poi ha preso la parola e ha fatto ciò che doveva. Fonseca è preparato e capace, una persona di spessore, intelligente oltre la normalità, ma è entrato nel campionato italiano e devo aiutarlo a capire le caratteristiche della Serie A. Se questo avviene anche con dei confronti forti ben venga”.

 MOMENTO DELLA SQUADRA - “Nei primissimi giorni ho visto voglia, cattiveria e concentrazione. In quest’ultima settimana, invece, li ho visti un po’ meno convinti e ho dovuto far capire loro che la ripresa si stava avvicinando sempre di più. All’inizio siamo stati felici di ritrovarsi, ma come in ogni famiglia c’è qualche figliolo che si perde. Mio padre diceva sempre ‘ama chi ti fa piangere e non chi ti fa ridere’, è un motto che mi porto sempre dietro. Cerco di dare consigli in funzione degli errori che ho fatto io da calciatore e di dare quel valore aggiunto da direttore sportivo. Se c’è da rimproverare qualcuno per l’atteggiamento richiamandolo sul concetto di rispetto del gruppo, sono il primo che interviene: fa parte del mio modo di fare”.

UNDER, KALINIC E KEAN - “Kean non è un giocatore che abbiamo mai puntato. È un ottimo calciatore ma non è mai stato un obiettivo della Roma. Under invece rappresenta un talento forte, vedremo cosa accadrà: fa la differenza, rompe gli equilibri. A me piace, lo volevo già prendere al Torino quando era in Turchia. Su di lui ci sono squadre molto interessate, perché è appetitoso, ma è prematuro parlare di questo perché dobbiamo vedere come si sviluppa la situazione”.

CONCLUSIONI - “Non è che non sono d’accordo, ma credo sempre che la seconda squadra serva relativamente. Noi siamo cresciuti facendoci le ossa in Serie B e C, campionati che formano. Penso che prendere qualche schiaffone in Serie C possa servire, come è successo a tanti giocatori che sono usciti dalla Roma. Penso che ci saranno tanti scambi, come fossero figurine. L’abilità di chi ha il mio ruolo è di individuare uno scambio intelligente, avendo anche una sana attesa per capire cosa accadrà. Chi sbaglierà meno questo tipo di mercato potrà fare ottime cose. Paratici non lo sento da gennaio, non abbiamo parlato né di Mandragora né di Rugani, non entreranno nel progetto tecnico della Roma: anche queste sono voci infondate. Il prossimo calciomercato sarà creativo”.