La nuova Italia: identità, energia e ambizione

Ci siamo: il tempo nella clessidra sta per giungere al termine. L'Italia si prepara ad affrontare gli Europei di calcio, vinti una sola volta nella sua storia (nel 1968 con Riva e Zoff). La nuova Italia costruita e saldata da Roberto Mancini è ricca di entusiasmo e vitalità, piena di energie. L'attesa è tanta per vederla all'opera. Ovvio, il prestigio della competizione è notevole, ma la curiosità di gustarsi la squadra azzurra dopo quanto di buono dimostrato in questi anni non è da meno. L'11 giugno affrontiamo la Turchia allo Stadio Olimpico, una compagine tosta, caratterizzata da individualità di livello che sono abituate a giocare in campo internazionale. Dunque, sarà tutt'altro che un match agevole. E' chiaro, però, che per ambire a certi traguardi queste sfide vanno superate. Il titolo del nostro articolo non è casuale. Mancini ha prima di tutto risollevato un ambiente depresso - dopo l'eliminazione dolorosa alle qualificazioni Mondiali di Russia 2018 - e poi si è concentrato sull'identità della nostra Nazionale, recuperando valori e principi, trasmettendo passione e insegnamenti alle nuove leve. Successivamente ha posto l'attenzione sul sistema di gioco, il 4-3-3, infondendo un calcio più qualitativo e verticale rispetto al passato, sfruttando le caratteristiche dinamiche e propositive dei nostri elementi. Insomma, la squadra e il gruppo al primo posto, senza tralasciare però il dribbling di Chiesa, le giocate di Insigne, l'inventiva di Verratti, l'esplosività di Barella e la spregiudicatezza di Zaniolo, che purtroppo non farà parte della spedizione. Tutto questo ha creato i presupposti per dare nuova linfa vitale ed energia alla nuova Italia che, inevitabilmente, visti i valori, può e deve avere la giusta e sana ambizione. Ci sono nazionali più forti sulla carta, come la Francia, ma non dobbiamo dimenticarci un aspetto di preziosa considerazione. Nel 2016, guidati dal condottiero Antonio Conte, con una squadra valutata in maniera non propriamente eccezionale, riuscimmo a battere Belgio e Spagna, arrivando ad un passo dalla semifinale, sconfitti solamente ai rigori contro la Germania, campione del mondo in quel momento. L'Italia è sempre stata una nazione di poeti, artisti e navigatori, ma nello sport ha spesso tirato fuori cinismo e pragmatismo. Mancini dovrà far raggiungere al potenziale e alla qualità di cui dispone, proprio la nostra storica e cara concretezza.