Derby a reti inviolate: Guardiola amaro, Solskjaer respira. Cuore Everton: Ancelotti batte Lampard, decide vecchio stampo Gilfy Sigurdsson

E ripartiamo dalle parole di Gary Neville. Uno che, proprio no, non è per niente amico di Mourinho, dopo averlo viscidamente demolito per tutti e 3 gli anni che Jose spese sulla panchina dei Red Devils. "Se oggi Mou fosse stato su una delle due panchine, avremmo gridato allo scandalo". Pensate un po', se addirittura Neville spara una frase del genere, come possa essere andato il derby di Manchester. Un derby che termina infatti a reti inviolate: poche occasione, pochissima intensità, prevale fortemente la voglia di non perdere, e fa effetto soprattutto in casa Manchester City. Guardiola mediana robusta, Fernandinho al fianco di Rodri, contenimento su contenimento. Qualche occasione limpida, come quella di Mahrez nel primo tempo, ma tutte sciupate. E così Solskjaer salva la panchina, una panchina traballante, dopo l'eliminazione dalla Champions, cocente delusione di Lipsia. Guardiola si prende un punticino che resta però da considerare striminzito: siamo ancora a dicembre è vero, festività e gennaio cambieranno la classifica, ma se si vuole veramente recuperare terreno perso ad inizio stagione devi per forza vincere e portare bottino grosso a casa in partite come queste. Anche perchè Tottenham e Liverpool corrono, ma mercoledì s'affronteranno l'una contro l'altra nel cocente scontro diretto di Anfield. 

ANCELOTTI VS LAMPARD Risorge pure l'Everton di Ancelotti che finalmente trova un minimo di continuità ed in un campionato meraviglioso, stellare, impronosticabile, batte persino il suo lanciatissimo Chelsea del suo ex allievo Frankie Lampard. 2000 cuori romantici a Goodison Park, 2000 Toffees, la parte più bella di questo primo scorcio di Premier natalizia. E la squadra recepisce e ricambia: decide un'icona dell'ultimo decennio di Premier, il ritrovato Gilfy Sigurdsson, trascina Andre Gomes, insomma, la vecchia guardia. Doveva cambiare qualcosa, sono tornati più forti i vecchi centrocampisti eleganti (frecciatina a Conte-Eriksen) e l'Everton vecchio stampo batte l'audace e ambizioso giovane di Chelsea di Lampard. 

VILLA Chelsea che resta lassù, zona Champions ma occhio ad Everton, Saints e West Ham tutte appaiate a quota 20. Bene pure il Villa 18, vecchio stampo e compatto, secondo anno di un tecnico che bada al sodo come Dean Smith e stavolta sì, rassicura risultati: 1-0 al Molineaux, vince uno dei derby delle Midlands, piegato un Wolverhampton a cui, senza l'infortunato Jimenez, non gliene va bene una. Lontani parenti delle ultime splendide espressioni, mercato sbagliato, persi motori chiave come Doherty e Jota. Decide El Ghazi dal dischetto in pieno recupero. 

TOON Altra solidità, altro tecnico che bada al sodo nonostante una settimana complicatissima? Il Newcastle di Bruce, 2-1 sul West Brom, decide l'ex Gayle, zona tranquillità assicurata.

DOMANI United e City quota 20 e 19, domani Liverpool e Tottenham (entrambe in testa a 24) impegnate a Londra: apre Jose a Palace, risponde Jurgen a Craven Cottage, appuntamento fissato per le 17.30. Più delicata l'ostica e sempre complicatissima trasferta degli Spurs a Selhurst Park, occhio al Leicester che insegue e 21 pronto al test Brighton. Vietati cali in casa Foxes: lo scorso anno terzi tutto l'anno, poi disastro e assenze post Lockdown e addio sogni Champions. Chiusero quinti, monito Harvey Barnes che tiene sul pezzo tutti i compagni.