Boxing Day: quarta sinfonia consecutiva, Ancelotti sbanca Sheffield. Guardiola sul velluto, United quanti rimpianti! Il Chelsea crolla all'Emirates: barlume di speranza per Arteta?

Sarà un campionato lungo, lunghissimo. Ancora blocchi e classifica contratta. Perchè? Calendario e risultati impronosticabili, Premier elettrizzante, bravissime le 20 regine a regalarci spettacolo nonostante l'assenza dell'essenza della Premier, i colori e le culture delle tifoserie. Per questo Boxing Day stuzzicante, perchè è tradizione, perchè come sempre quel fatidico Christmas Period, tradotto periodo di festività natalizie che da Natale a Capodanno presenta quasi sempre tre turni di Premier prima dell'avvento della FA Cup, può ridisegnare la classifica e, ormai al giro di boa, può iniziare a regalarci segnalazioni sui blocchi di squadre che partono e quelle che restano dietro. Insomma, siamo nella parte finale della culla embrionale di un campionato ancora equilibrato e impronosticabile, ma dal Boxing possono iniziare a decollare le squadre che fino alla fine lotteranno per titolo, Champions ed Europa League. Se non si spaccherà immediatamente la classifica, vincere durante le festività servirà sempre e comunque per lanciarsi verso il lungo e freddo inverno britannico, quei mesi determinanti per mettere fieno in cascina per ritrovarsi in primavera in posizione privilegiata. 

CARLETTO SECONDO Il colpo della serata lo firma Carlo Ancelotti, che col suo Everton, nonostante l'assenza di Richarlison (elemento determinante, eccome), sbanca Bramall Lane e conquista non solo la quarta vittoria consecutiva ritrovando brillante continuità come ad inizio stagione, ma soprattutto si riproietta in seconda posizione, a meno due lunghezze dal Liverpool capolista in campo domani col West Brom del neo (..."neo"...) big Sam Allardyce. Decide qualcuno più che ritrovato nell'ultima mesata, soprattutto decisivo, quel Gilfy Sigurdsson, certezza Premier, per chi ne mastica da almeno un decennio: strappo Doucoure, diagonale perfetto, piedino destro destro particolarmente e storicamente più che levigato, piedino da tre punti pesanti, pesanti assai. Dispiace per le lame, le Blades, lontane parenti della compatta parentesi 20/21 quando sfiorarono addirittura l'Europa, perse in maniera desolante sul fondo classifica, a quota 3 punti. E mastica amaro Chris Wilder: non c'è più effetto sorpresa o rivelazione, la squadra sembra soffrire altresì l'assenza di un pubblico storico, uno dei meravigliosamente più anziani, quello di Bramall Lane. 

GUARDIOLA OK Malgrado il mezzo passo falso interno col West Brom, prosegue la sua striscia con una gara di recuperare il Manchester City di Guardiola che all'Etihad rispetta i pronostici e liquida 2-0 il Newcastle. Il Man City sta cambiando e ringiovanendo, ha scelto di farlo con lo stesso allenatore, ma per quoziente tecnico d'organico resta sempre la seconda squadra corazzata più forte. I punti persi si spiegano con ingenuità di qualche giovane messo dentro per ringiovanimento necessario, mancanza di stimoli in Premier al quinto anno di Guardiola, ma soprattutto enorme mole di gioco che da sempre crea questo team sfruttata pochissimo con tanti errori sotto porta. Oggi no, oggi battuto il Newcastle colpito nei momenti chiave, malgrado Bruce come per tradizione avesse tirato il suo muro 541 per cercare di arginare lo strapotere tecnico dei padroni di casa. E allora prima Gundogan poi Ferran Torres con un gol per tempo consegnano i 3 punti a Guardiola che risale e con una gara da recuperare si piazza in quinta posizione ma a soli 5 punti dal Liverpool, tanto per far capire quanto ancora possa succedere tutto, ma proprio di tutto. 

CHELSEA VANITOSO, SUSSURRO SORPRESA GUNNERS E proprio tra le sorprese la vittoria più incredibile, quella dell'Arsenal sul Chelsea, in un Emirates desolante e deserto, quasi come specchio e fotografia dell'annata dei Gunners, un disastro. Finisce 3-1 per i biancorossi, che dominano e sorprendono i Blues: Arteta salva la panchina lanciando una squadra di giovanissimi ed esclusioni eccellenti, come quelle di Aubameyang. La classifica è quella che è, ma c'è da capire se la vittoria di stasera possa costituire davvero un turning point, un punto di svolta, che possa far scattare una striscia di risultati positivi per capire se il futuro possa ancora chiamarsi 50 sfumature di Arteta. Risultato altisonante? Sì. Risultato prestigioso? Pure. Ma ancora è presto per parlare di resurezzione, d'altrone 8 sconfitte nelle precedenti 13 gare giocate costituivano il peggior avvio di stagione degli ultimi decenni biancorossi. Stagione quindi disastrosa, almeno fino ad oggi quando un Arteta sul lastrico tira fuori dal cilindro un capolavoro sul Chelsea colpevolmente scoperto, vanitoso e superficiale, tre aggettivi qualificativi necessari per descrivere i motivi del perchè una squadra giovane e ingenua, mentalmente da ricostruire, difetti di quei sintomi che caratterizzano quella malattia chiamata mentalità vincente, meravigliosa malattia di squadra fatte di leader, che vincono e sanno vincere, annusando e captando momenti in cui alzare la voce e portare a casa punti dove proprio no, proprio non si possono lasciar per strada. Investimenti straordinari che hanno subito fatto pensare e presagire nell'immaginario populistico d'esser di fronte ad una squadra schiacciasassi. Ma così non è: il Chelsea vincerà, ma non adesso. Deve crescere, il ciclo è appena, e ribadiamo appena, cominciato. E probabilmente il tempo ci indicherà al tempo stesso se Frank Lampard possa essere l'uomo giusto o meno, per determinante elitari traguardi. 

LEICESTER-UNITED PARI E SPETTACOLO Dopo il botto europeo di Lipsia, al Man United serviva un'inversione di tendenza. Nonostante grane Pogba, che comunque ha giurato amore e impegno fino all'ultimo giorno in cui vestirà la maglia dei Diavoli Rossi (e attenzione, contratto in scadenza 2022, non è detto che possa lasciare la prossima estate, chissà..), il Manchester ha conquistato vittorie pesanti in rimonta riproiettandosi nelle parti alte di classifica. Serviva però superare la prova del nove in uno scontro diretto Champions, quello di Leicester, scontro diretto che tra l'altro lo scorso anno consegnò le Top4 a Solskjaer. Tradizione quindi favorevole, ma non è bastata: Utd avanti due volte, anche a pochi minuti dalla fine, soliti Rashford e Fernandes (numeri da record per uno dei centrocampisti più forti, completi e soprattutto determinanti d'Europa), pareggia l'eterno Vardy ad una manciata di minuti dal tramonto. Finisce 2-2 al King Power: sospirone di sollievo per Rodgers, spettri casalinghi per un fattore campo quest'anno mai particolarmente rispettato, complice forse l'assenza di un pubblico sempre magico, quello delle Foxes, quest'anno battute in casa persino da compagini come Fulham e Villa. Leicester che, implicazione logica proprio per strepitoso rendimento lontano da casa, mantiene la zona Champions e resta lassù. 

RETI INVIOLATE A CRAVEN COTTAGE Pari a reti inviolate a Craven Cottage tra Fulham e Saints. Alla fine buon punto per i Cottagers, perchè il Southampton di Hasenhuttl non è rivelazione per caso. Bella realtà, tosta e solida, laddove avrebbero potuto osare di più senza pressione arrivano ai risultati sempre e comunque con solidità, Bednarek e Vestergaard sono ormai centrali da Premier, da Premier vera, da Premier d'ottimo livello. E proprio i Saints quelli più vicino alla vittoria: bravi a resistere e digerire le fiammate dei giovani Cottagers, trovano due volte il vantaggio in entrambe le occasioni però sfortunatamente annullato dal Var. 

TRIS VILLA Realtà e concretezza pure per un Villa tosto, tosto tosto e determinato. Dopo i 140 milioni spesi verso lidi troppo esotici di un anno e mezzo fa, evidentemente Dean Smith britannico vecchio stampo è l'uomo giusto, giusto per trasmettere loro cos'è la Premier. Ed oggi senza investimenti folli è tutt'altra pasta, squadra vera, e fa effetto dirlo. Soprattutto con un Watkins che masticando pane e fango in Championship è oggi una delle punte più pericolose e complete in Premier: 3-0 netto, anche oggi gol e assist per l'ex Brentford, Villa squadra verissima a resistere a 60 minuti con l'uomo in meno. Estasi Villa: quota 25, piena zona Europa. Agganciate Chelsea e proprio Saints, assieme al Tottenham in campo domani per un superclassica al Molineaux di Wolverhampton.