CR7 Show, Man UTD perfetto: resta Ole, rasi al suolo minuscoli Spurs. Guardiola, maledizione Palace: super Eagles ancora corsare all'Etihad. E Potter blocca Klopp, il Chelsea sogna e accenna l'allungo

Sabato di Premier pregno di sorprese. E verdetti. Il più importante dal Tottenham Hotspur Stadium. Col Sackito, ribattezzato così dalle copertine oltremanica per uno scontro diretto tra spettri di Halloween per due allenatori a rischio, che restituisce possenza a Ole Gunnar Solskjaer che, con un Man United perfetto, stretto, frizzante e compatto distrugge, annienta e demolisce miseri Spurs, allo stato brado, quelli di Nuno Espirito Santo. Che ora rischia, eccome. Trafitto dai colpi di un super Ronaldo, gol meraviglioso, assist sontuoso, per un altrettanto sontuoso Matador Cavani: Ole s'è affidato a loro, i campionissimi, i leader più esperti, chiude tutto Rashford tra le macerie di inermi Spurs e 3-0 in cassaforte. Spurs poca poca roba, il materiale tecnico è quello che è, ma NES poteva fare di più: falliti tutti gli scontri diretti, gruppo spaccato, Kane demotivato e ombra di se stesso. E Ole ne approfitta: difeso da Sir Alex, dopo lo 0-5 sul Liverpool, resta in panca. Adesso Bergamo e poi derby col Man City, ma almeno fino alla sosta resterà Boss dei diavoli rossi. 

CLAMOROSO ALL'ETIHAD Ed è stato un sabato pregno di sorprese. Su tutte, il clamoroso KO del Man City all'Etihad, storico, tremendamente storico perchè negli ultimi anni, come vuol tradizione che solo Premier sa narrare, il Palace ha sempre sorpreso e tosto, cattivo, ha fatto sempre la voce grossa tra i rischi difensivi di Guardiola. Sblocca Zaha, espulso Laporte, tutto più complicato, spavaldo Vieria (il suo Palace tra le note più positive) timbra e chiude Callagher, gran classe, tra i centrocampisti offensivi più forti in prospettiva e anche lui, chiaramente, farà rientro alla casa madre Chelsea. 

STOP REDS E sorpresa, notevole, pure a Liverpool. Dove sembrava il solito pomeriggio in scioltezza per i Reds, che annientano il Brighton sin dalle prime battute, a segno Henderson e Manè con le solite fiammate, sontuose, sotto la Kop. Invece no, perchè sorprendentemente accorcia Mwepu, un tirocross che sorprende Alisson e riapre tutto. Nella ripresa infila Trossard, trequartista e 10 tosto proprio dei Gabbiani. Un colpo che Klopp non s'aspettava, e allora l'esperienza ospite, un muro, pochi varchi, la gara dei Reds si spegne sul 2-2 e Jurgen mastica amarissimo. Graham Potter, ormai realtà, merita elogi: certezza, compatto e bello da vedere, un pochino tutto il cocktail che serve per fare l'ultimo step, quello per la Big. 

IL CHELSEA ACCENNA LA FUGA Ne approfitta il Chelsea, che quantomeno allunga di qualche punto e accenna alla fuga. Accennare è predicato verbale necessario, perchè con quelle potenze dietro difficile scappare, sin da subito. Blues che nonostante pregni di infortuni e assenze sbancano Newcastle, 0-3 tutto in piena ripresa, doppietta sontuosa di James, tra i fluificanti più forti della Premier futura. Chiude Jorginho, tre punti pesanti, notte fonda per un Toon arabo sì, ma che rischia grosso per l'immediato futuro. La retrocessione è tutt'altro che utopia: serve eleggere il tecnico giusto, serve iniziare a spendere a gennaio ma a dovere, per quello che quelle minacciose latitudini di classifica richiedono. 

RESULTS Trova finalmente continuità l'Arsenal di Arteta, tre punti importanti, forse mediatici, espugnato pure il King Power di Leicester: 2-0 sulle Foxes, sboccia Ramsdale, bel portiere pescato dal Bournemouth. Pesca il Jolly Adams a Watford, Saints corsari a Vicarage Road, passo indietro per Ranieri dopo il pokerissimo di Goodison Park. Torna a vincere dopo mesi e mesi anche il Burnley a Turf Moor, vittoria interna che mancava da tanto, troppo tempo. Super Wood e certezze ritrovate, distrutto 3-1 il buon Brentford rivelazione di Thomas Frank.