Tottenham Hotspur, ambizione e statement planetario: ufficiale, parte l'era Antonio Conte

Ufficiale. BOOM. E' del Tottenham il botto mediatico dell'autunno di Premier, uno statement clamoroso, un rilancio d'ambizione incredibile per riavviare il nuovo ciclo. Tra gli stadi più belli del mondo, uno degli impianti d'allenamento più enormi del mondo del Football, strutture strepitosamente all'avanguardia... ed ora pure un Manager straordinario, tra i più vincenti dell'ultimo decennio. L'ultima carta di Levy e del suo Board per riconquistare il pubblico: Antonio Conte è il nuovo allenatore del Tottenham. 

 ADDIO NUNO Esonerato Nuno Espirito Santo. Destino infausto, tradito dagli errori di una dirigenza che per ricostruire gli ha consegnato rosa giovane, a tratti sopravvalutata, uno spogliatoio indisponente, viziato, su cui Conte dovrà andare a imporsi, intervenire, col suo status planetario. Ha pagato Nuno, arrivato come ultima scelta, tra lo scetticismo generale, malgrado quanto di grandioso costruì coi Wolves. Il Tottenham, estate appena trascorsa, era un pasticcio: ceneri mourinhane, fine dell'era Poch distrutta da Jose, la saga Kane, la doverosa ricostruizione da ragazzini, a tratti, come poi il campo ha narrato nelle ultime settimane, tremendamente sopravvalutati. E Nuno, manager del mese e primo in classifica nel mese di agosto, da settembre è crollato, malissimo: 4 derby persi, tutti malissimo, imbarazzanti come l'ultima cadaverica performance col Man United, che in piena crisi ha comunque distrutto gli Spurs a casa loro, 3-0 netto e tutti a casa. Fischi assordati, "Booo" clamorosi, soprattutto al minuto 57. Squadra cadaverica, senza denti, come l'espressione di NES, in panca, uno sempre aggressivo, in volto, determinato. Ha fatto effetto vederlo così, come se avesse perso lo spogliatoio, come se fosse in balia del suo destino. Ed è questo che colpisce, a tratti stordisce, come e perchè abbia perso completamente lo spogliatoio. Squadra lentissima, prevedibile, impacciata. Fino a due ore senza tirare in porta nelle ultime partite. Il pubblico dai palati fini che comprende quanto e come, da buona tradizione portoghese, Nuno sia tutt'altro che Tottenham Way, sia più simil AVB - Jose. Scoperto Levy, che aveva promesso un certo tipo di Football. E allora Levy Out e Nuno Out, lacrime di pioggia, destino segnano. Un morto, calcisticamente parlando naturalmente, che camminava. Questo era. Paratici infuriato, che lascia sul 2-0 e vola furibondo negli spogliatoi. Il parere e volere del popolo era chiaro, il povero Nuno aveva le ore contate. 

RICOSTRUZIONE E allora le riflessioni della domenica, i primi contatti sempre più fitti con Conte già dalla notte del sabato. Trattativa e flirt rientrati nel vivo domenica sera, l'aereo prenotato, il sì che stavolta era palesemente nell'aria, dopo essersi annusati senza successo già scorsa estate. L'annuncio dell'esonero di Nuno lunedì mattina. L'atterraggio di Conte a Londra all'ora di pranzo, l'incontro fiume nel pomeriggio, prima con Paratici e Levy per delineare le strategie future, poi con avvocati e legali per mettere a punto i contratti. E allora la cena, gli ultimi dettagli, il brindisi. Le strette di mano, la buonanotte, e l'annuncio all'indomani, col primo allenamento.

WELCOME Antonio Conte è il nuovo allenatore del Tottenham, uno degli antagonisti più scottanti per Jose Mourinho. Dovrà ricostruire gli Spurs, dopo un'estate complicatissima, proprio dalle ceneri mourinhane. La saga Kane, rimasto. Ora tutti a remare verso la stessa direzione, per ricostruire un grande Tottenham. Piazza raggiante, probabilmente come non mai negli ultimi decenni, per l'elezione del nuovo manager. Conte è un vincente, seriale, dimostrato. Un sergente di ferro, forse quello di cui questo nuovo spogliatoio, fatto di nuova gente giovane e a tratti pure indisponente, aveva veramente bisogno. Anche nell'immediato futuro.