ESCLUSIVA - Cabrini: "Mancini ha ridato entusiasmo. Zaniolo? Deve ancora dimostrare tanto, ma ha grandi qualità"

Intervista realizzata da Matteo Corona

Uno dei pilastri della Nazionale italiana del 1982 - Campione del Mondo in Spagna - è senza alcuna ombra di dubbio Antonio Cabrini. Elegante, raffinato e incisivo: tre dei tanti aspetti positivi che contraddistinguono la carriera dell'ex difensore. A soli diciannove anni approda alla Juventus e, dopo una stagione di adattamento, diviene un punto di riferimento del club bianconero. La sua carriera è incredibile e, i traguardi raggiunti, gli permettono di acquisire il "titolo" di leggenda calcistica. Un terzino fluidificante magnifico, capace di attaccare e difendere con un'intensità spumeggiante e brillante. Sono celebri le sue avanzate sulla fascia. Nel 1982, per dare l’idea delle sue qualità offensive, segna all’Argentina e fornisce l’assist a Paolo Rossi nel primo gol contro il Brasile. Insomma, non proprio due Nazionali qualunque.

Ovviamente, gli attimi e gli episodi che caratterizzano la vittoria della Coppa del Mondo sono svariati. Ci sono dei momenti nei quali si capisce concretamente di poter compiere imprese maestose. A spiegarlo è lo stesso Cabrini ai microfoni di footballstation.it: "Passare il girone contro mostri del calibro di Argentina e Brasile ha significato tanto per noi. In particolare, la prima vittoria con l'Albiceleste è stata un'iniezione di fiducia incredibile. Il serbatoio della consapevolezza nei propri mezzi, dopo quelle prestazioni, è stato incrementato notevolmente. Il segreto di quella retroguardia azzurra? Una fase difensiva molto compatta. Giocavamo da tempo insieme, ci conoscevamo alla perfezione. Penso che una delle qualità più significative riguardava la capacità di scegliere il momento giusto nel quale intervenire. Questo era il punto chiave. Era nota, poi, la forza in generale dei nostri giocatori". A proposito del match con l'Argentina, un giocatore era particolarmente temuto dal terzino: "Ricardo Daniel Bertoni, calciatore incisivo come pochi”.

Spostandoci, invece, sul capitolo legato alla finale contro la Germania, Cabrini menziona alcuni episodi e momenti: "Chiaramente, come tutte le finali, la tensione era altissima. A fine primo tempo, negli spogliatoi, non avevamo parlato molto. C'era la consapevolezza che stavamo disputando una grande partita e di conseguenza, dentro di noi, sapevamo che potevamo conquistare la Coppa del Mondo. Appena l'arbitro ha decretato la fine della partita, ho fatto una cosa molto semplice: ho abbracciato i miei compagni di squadra. Momenti indescrivibili, carichi di emozioni". Sull'importanza del Mondiale non ha dubbi: "È senza dubbio uno dei trofei più prestigiosi. Si piazza tra le altre coppe vinte, ma ovviamente ha un posto speciale". L'ex Juventus sottolinea l'atteggiamento deciso con il quale approcciava queste tipologie d'incontri: “Affrontavo le gare con la consapevolezza di dover svolgere il mio lavoro con impegno e passione. Quando scendevo in campo sapevo cosa mi sarei trovato davanti e il modo in cui dovevo disputare il match”.

Passando al presente, il giudizio sull'attuale ct della Nazionale è chiaro e diretto: “Mancini è un ottimo allenatore. È riuscito a riportare l'entusiasmo che si era perso. Il prossimo anno agli Europei dovremo vedere come si comporterà la Nazionale. Io ho molta fiducia”. Un giocatore che si è distinto per guizzi e giocate d'alta scuola è Zaniolo. Cabrini riconosce la forza del romanista, aspettandosi però risposte nei momenti in cui la posta in palio sarà di un livello superiore“Zaniolo deve ancora dimostrare tutto, ha fatto poche partite con la maglia azzurra addosso. Ha tutte le qualità per consacrarsi e diventare a tutti gli effetti un grande calciatore”.

Infine, per chiudere, arriva anche un commento su Paulo Dybala e, nello specifico, sull'eventuale possibilità di vedere la Joya alzare il Pallone d'Oro e chiudere la carriera in bianconero:  “Non saprei cosa rispondere. Posso solo dire che Dybala è molto amato dal popolo juventino. Per vincere il Pallone d’Oro devi raggiungere un certo tipo di traguardi”.