Simone Perrotta, arte nelle incursioni e intelligenza tattica

Intervista realizzata da Matteo Corona

Gavetta, sacrifici, valori e trionfi. Tutti ingredienti che hanno contraddistinto la carriera di Simone Perrotta, salito sul tetto del Mondo nel 2006 e divenuto bandiera della Roma- nove stagioni con i giallorossi -. Professionista serio ed esemplare, essenziale nello scacchiere tattico di Luciano Spalletti come incursore e uomo spogliatoio, una pedina sana e ricca di risorse, fondamentale per la crescita dell’ambiente e il mantenimento dell’equilibrio all’interno della squadra - sia dentro il campo che fuori -. I numeri parlano chiaro, lo fanno ancor di più le decisioni dei mister. Se un allenatore come Marcello Lippi lo impiega titolare nel 4-4-2 della spedizione tedesca del 2006 da laterale di centrocampo anche quando la posta in palio è massima, e la scelta si rivela vincente, non è complicato immaginare il motivo. Intelligenza tattica e prezioso aiuto in fase di non possesso, senza mai rinunciare alle spiccate doti nell’inserimento, nel posizionamento e nel far emergere un'astuzia invidiabile occupando zone e settori proficui. 

 Il 06/11/2021 rimarrà una giornata storica per Santa Marinella. Dopo anni di attesa, la “Perla del Tirreno” potrà godersi finalmente il proprio campo da calcio - inaugurato nella giornata odierna - intitolato a Ivano Fronti, che tanto si è speso in vita per la sua squadra e il mantenimento dell’impianto sportivo e al quale doverosamente è stato intitolato lo stadio, completamente rinnovato grazie ai lavori eseguiti in meno di sei mesi dalla ditta appaltatrice che ha provveduto a realizzare un campo in erba sintetica e a ristrutturare gli spogliatoi e le tribune. All’evento era presente anche Simone Perrotta, coordinatore AIC. Abbiamo intervistato in esclusiva l'ex centrocampista“È importantissimo per la città e per tutta la collettività avere un impianto sportivo del genere. Un campo comunale rappresenta per la comunità un punto di riferimento, aggregazione e socialità, farlo in quella struttura e in quelle modalità assume un valore maggiore. Che consiglio mi sento di dare ai giovani e a chi si occupa della loro crescita? Chi collabora e lavora nel calcio giovanile deve pensare alla formazione della persona in quanto persona, non in quanto giocatore. Noi abbiamo una grande responsabilità, e quando parlo di noi mi rivolgo agli allenatori, dirigenti, società, dirigenti e presidenti, tutte le persone che ruotano attorno a questi ragazzi. Alcuni diventeranno calciatori, ma la stragrande maggioranza continuerà con il calcio a livello dilettantismo, o almeno così mi auguro. Lo spogliatoio e la possibilità di fare gruppo all’interno del rettangolo di gioco ti danno l’opportunità di crescere in maniera positiva, a patto che tu faccia l’attività in modo positivo. L’allenatore deve avere comportamenti giusti ed una comunicazione corretta. Bisogna essere in grado di sprigionare tutti i valori sani, insiti in questo sport”

IL TETTO DEL MONDO E LA MAGIA DI ROMA - Perrotta è uno degli eroi di Berlino, uno dei protagonisti del Mondiale per quanto proposto. Rappresenta, però, anche uno dei calciatori più amati dai tifosi della Roma per quanto scritto all’inizio. Il suo attaccamento alla maglia e il sudore versato per i giallorossi non sono passati inosservati, e ancora oggi è ricordato con grande rispetto dai capitolini: “Vestire la maglia della Roma significa indossare una maglia prestigiosa e pesante. Rappresenti una città meravigliosa ed un bacino di tifosi molto grande. Per nove anni è stata casa mia e continua ad esserla. Rappresentare la Roma in tutti gli stadi e nel mondo è stato motivo d’orgoglio. Mi auguro che il mio modo di essere all’interno del campo possa essere stato d’orgoglio per i tifosi. Per quanto concerne la maglia azzurra è un discorso completamente diverso. Il bacino si allarga, sono 64 milioni di tifosi e le responsabilità aumentano. Quando partecipi ad una competizione come il Mondiale ed l'Europeo, riuscendo anche a vincere, capisci che è un qualcosa che ti rimane addosso per sempre, perché comprendi la soddisfazione e la felicità che hai trasmesso ad ogni singola persona. Questi sono eventi che a differenza del club riguardano tutti: dalle nonne ai bambini. Quando ci sono queste manifestazioni vengono guardate da tutti”.

TOTTI E DE ROSSI: GUIDE E COMPAGNI DI MILLE AVVENTURE -  “Francesco e Daniele sono due amici, due persone con le quali ho condiviso nove anni di esperienze. In questo lasso di tempo si crea un rapporto che va oltre l'essere compagni di squadra. Sono due ragazzi che mi hanno aiutato a capire cosa significa giocare nella e per la Roma, anche perché loro stessi andavano in Curva Sud prima di diventare professionisti. Sull’aspetto calcistico non devo aggiungere niente a quello che è già noto: due campioni formidabili che hanno reso onore alla città”. Arriva anche un curioso commento sul suo numero storico, il 20: "La scelta di questo numero era legata al rapporto con mia moglie, rappresenta il giorno in cui ci siamo fidanzati e sposati. Inoltre la mia prima maglia è stata il 20, il mio debutto in Nazionale è stato con questo numero, per cui ci sono molto legato e mi ha portato fortuna, anche se poi alla fortuna non ci credo più di tanto. Molto spesso quando giochi ed hai ruoli apicali come ce li hanno i giocatori ti leghi a delle cose che non hanno un’importanza specifica. Questo non significa che ho giocato con il 20 e per questo ho vinto la Coppa del Mondo”.